Susanna Camusso e don Colmegna: combattere la crisi per abbattere le paure

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Festa in Comune, una serata (23 luglio) per parlare del diritto e del dovere dell’accoglienza. «La città dell’uomo è solo per l’uomo. Diritti e doveri del’abitare». Questo il titolo del dibattito moderato da Iole Saviole Barettoni, presidente dell’associazione vigevanese Oltremare, che ha avuto, come ospiti, suor Emma Taricco, direttore della Caritas diocesana di Vigevano, Susanna Camusso, della segreteria nazionale della Cgil, l’assessore Gianpietro Pacinotti, e don Virgilio Colmegna, presidente della fondazione Casa della Carità. Alla serata, introdotta dal maestro Alessandro Di Maio al pianoforte, assieme alla cantante Monica Small, che ha anche raccontato la sua esperienza all’arrivo in Italia, suor Emma Taricco ha parlato dell’esperienza che si vive ogni giorno in Caritas diocesana, durante le attività del centro di ascolto, in cui ogni giorno arrivano persone che hanno bisogno di condividere, di parlare, perché chi parte da una terra lascia qualcosa di importante, e cerca qualcosa di importante, mettendo in gioco la loro identità e confrontandosi con il paese che li ospita, in un rapporto di condivisione che fa crescere, nel rispetto delle regole della società che li accoglie. Ma, come ha sottolineato Susanna Camusso, stiamo vivendo un periodo di crisi che moltiplica le paure, i pensieri, la sensazione che il proprio spazio ed il proprio tempo siano limitati dalla presenza degli altri. Per questo bisogna dare un senso a come si reagisce. E la Camusso parla di quattro concetti fondamentali: i diritti, la responsabilità, i doveri, e il riconoscimento di una cittadinanza reciproca. L’Italia è un paese di migranti, storicamente parlando, ma di tutto ciò si è persa la memoria. Fondante, e alla base, sta sempre il riconoscimento dell’altro come persona, per evitare ulteriori divisioni. Così come è di tutti il concetto di responsabilità, nel riconoscere, da una parte e dall’altra, diritti e doveri reciproci, e mettere tutti in condizione di farlo. La Camusso ha poi affrontato temi quali il reato di clandestinità, e la regolarizzazione della posizione delle badanti, definitia come un atto di egoismo, nel momento in cui una persona nativa di un territorio ha un bisogno che si esprime nel riconoscimento immediato del lavoro, di uno dei tanti lavori che gli immigrati fanno sul nostro territorio. Di aiuti stanziati per i lavoratori, tutti i lavoratori in difficoltà ha invece parlato Gianpietro Pacinotti, assessore al bilancio col delega alle onlus e al volontariato. Un provvedimento straordinario di 100mila euro, che mette i lavoratori regolari sullo stesso piano, e che aiuta ad andare verso quel cammino naturale di integrazione, di conservazione della propria cultura e di accettazione delle regole. Il fenomeno migratorio, però, secondo don Virgilio Colmegna, fa anche vedere la povertà culturale che permea la realtà. Tutti i cambiamenti di civiltà sono un passaggio di incontro e scontro tra culture, un passaggio obbligato, cui bisogna adattarci, facendo ricorso alle risorse presenti sul territorio, ad un lavoro di rete, in modo che si evitino i drammi della solitudine, mentre c’è un grosso bisogno di partecipare, tutti, alla vita attiva, alla solidarietà, ai sentimenti formativi e di farsi portatori del messaggio di dignità cui ogni persona ha diritto di vedersi riconosciuta.