Crociata leghista: caccia allo straniero

Se provate a tendere le vostre orecchie sentirete, in qualunque posto vi troviate, un insolito ticchettio d’orologio: si tratta del conto alla rovescia del cronometro per le elezioni provinciali previste per la primavera di quest’anno. I politici dei vari schieramenti stanno scaldando i motori e la Lega Nord vigevanese non è da meno; tra l’altro deve recuperare i consensi che a livello nazionale stanno scemando a causa dell’alleato principe Silvio Berlusconi, con i suoi guai giudiziari di ogni genere (dalla corruzione, alla prostituzione minorile), continuamente difeso dal leader del Carroccio Umberto Bossi, che poco più di dieci anni fa sbraitava ai comizi leghisti frasi di questo genere: «I quattrini della Fininvest venivano da cose oscure, da Cosa Nostra. Da cose di questo tipo.», oppure: «No, Berlusconi non è un mio amico, è una persona anche gradevole e simpatica, tanto più simpatica sapendo che tutto quel che dice non è vero».

Oggi la Lega Nord rimane comunque uno dei partiti più forti del Paese, stando ai sondaggi, il che è strano dato che i “terroni” non troppo tempo fa erano i nemici da propaganda al primo posto della lista ma chissà quanta gente immigrata dal Sud Italia al Nord oggi vota le camicie verdi, le quali ora  hanno trovato il miglior capro espiatorio da volantino elettorale nei neo disperati migranti: gli stranieri. Sindaco e vive-sindaco locali non sono certo da meno rispetto ai colleghi di partito che siedono in Parlamento a Roma (la famosa “Roma Ladrona!”) o sulle poltrone del governo di Regioni, Province e Comuni. Infatti il pugno duro contro gli immigrati sta diventando sempre più rigido anche in città. «Abbiamo raccolto dati scandalosi – ha affermato Andrea Sala riguardo al dossier sui servizi educativi comunali – questa città deve diminuire il numero di stranieri altrimenti sprofonda». Il bilancio del Comune di Vigevano non è roseo, questo si sapeva, ma invece che puntarsi il dito contro dato che per dieci (10) anni molti esponenti dell’attuale giunta e consiglio comunale erano i legislatori cittadini e che per quasi quindici (15) anni a livello nazionale, oltre che in Provincia ed in Regione, i leghisti hanno governato insieme al partito di Berlusconi, dunque facendo un paio di calcoli le responsabilità è evidente su chi debbano ricadere, preferiscono imputare il gravissimo deficit di bilancio a chi certamente con esso non c’entra, gli stranieri appunto. «I nuovi arrivati si troveranno in una situazione che non li avvantaggia più, faranno quattro conti e si sceglieranno un’altra città in cui vivere. – ha calcato il nostro sindaco, concludendo con rima – Se dell’esenzione ti vuoi agevolare, dei controlli prima devi pensare», Sala sostiene che gli immigrati siano un peso per la casse vigevanesi dato che per quanto riguarda i servizi educativi comunali, il 60% degli stranieri si trova in fascia d’esenzione secondo i dati riportati nelle diciassette pagine del dossier, presentato martedì pomeriggio, incentrato esclusivamente sulle rette degli asili nido e delle scuole materne comunali e della mensa per le elementari, medie e materne: su 5.204 bambini e ragazzi iscritti ai servizi comunali, 1.197 sono stranieri, di questi 479 fanno parte della fascia di reddito 1, ovvero quella gratuita, nella seconda fascia, che prevede un contributo minimo, sono 164 gli stranieri mentre in quella fascia per cui è previsto il totale pagamento sono 208 contro i 2.206 italiani.

Il messaggio che si vuole far passare è che  i nativi vengono al secondo posto rispetto ai nuovi arrivati, un fatto che può soltanto infastidire ed arrabbiare, ponendo le basi per catturare una grande quantità di voti elettorali. Però basterebbe un minimo di raziocinio per capire che i dati non dovrebbero impressionare, dato che di solito chi parte dal suo Paese per giungere in Italia non lo fa certo con il Suv del papi o perché pensa di usufruire del “buonismo” italico, ma in realtà fugge per disperazione dovuta alla povertà del suo territorio, alla guerra che anche il nostro esercito alimenta contro di loro, alla mancanza di risorse per la sopravvivenza saccheggiate dai Paesi ricchi per far funzionare il mercato degli stessi ricchi. Quindi, facendo due più due si spiega come mai tentino di usufruire di quei servizi legati alla nostra civiltà e che possano permettergli di vivere qui da noi lavorando come manovali, panettieri o raccoglitori nei campi di pomodori. Non certo mestieri che valgono stipendi alti come ad esempio gli introiti di un sindaco o di un vice-sindaco. Sono poveri, ecco svelato il mistero. Inoltre, come riportato da L’Informatore,  nel dossier sui servizi educativi non c’è una cifra precisa che quantifichi il valore totale dell’esenzione: secondo i nostri amministratori ci si aggira, potenzialmente, attorno ai 240 mila euro ma dal bilancio 2011 mancano all’appello minimo 3-4 milioni di euro. Si tratta, in soldoni, di pura propaganda da presa in giro.

Che vengano fatti i controlli, sono doverosi certo ma evitando di strillarlo ai quattro venti con, come compare nell’intervento di Oltremare, l’intento di percepire la polvere del pettegolezzo offrendo un terreno avvelenato ai conflitti tra vicini di casa, così da portare a pensare che chi è in difficoltà (il Comune di Vigevano) non lo è per sue responsabilità ma per colpa degli altri, specie se stranieri.