SERGIO E SERGEJ IL PROFESSORE E IL COSMONAUTA – giovedi 1 e venerdi 2 novembre

SERGIO E SERGEJ IL PROFESSORE E IL COSMONAUTA

GIOVEDI 1 NOVEMBRE ORE 16,00 E 21,15

VENERDI 2 NOVEMBRE ORE 21,15

TRAMA: È il 1991, l’URSS è crollata e la Guerra Fredda è finita. Solo un uomo deve ancora scoprirlo: dall’interno della stazione spaziale MIR, Sergei, l’ultimo cosmonauta sovietico, può vedere l’intero pianeta ma non sa che la sua nazione non esiste più. L’agenzia spaziale non ha i fondi per riportarlo a casa ed è quindi costretto a prolungare in modo indefinito la sua permanenza in orbita. Nel frattempo, in una Cuba prossima al collasso, anche per Sergio, professore di filosofia marxista e radioamatore, il sogno comunista sembra essere finito. Per sopravvivere alla crisi produce clandestinamente sigari e rum. Un giorno, uno scambio di frequenze radiofoniche mette casualmente in contatto Sergio e Sergei. I due diventano subito amici e Sergei chiede a Sergio di aiutarlo a tornare sulla Terra. Con l’aiuto di un amico statunitense che ha delle conoscenze alla NASA, Sergio organizza un piano, ma non sa di essere sotto sorveglianza e che il governo cubano segue ogni passo del suo piano…

Durata: 93’. SPAGNA Genere: Drammatico. Regia: Ernesto Daranas Serrano. Attori: Tomás Cao, Héctor Noas, Ana Gloria Buduén, Yuliet Cruz, Rolando Raimjanov, Idalmis García, Mario Guerra (II), Armando Miguel Gómez, Ron Perlman. Sceneggiatura: Ernesto Daranas Serrano, Marta Daranas. Musiche: Tom Linden, Micka Luna.

CRITICA: “divertente e malinconica commedia politica che trae spunto da fatti realmente accaduti per veicolare in modo leggero, e a tratti fiabesco, un messaggio invece serio e di costante attualità. Come si vivrebbe meglio, infatti, se non si dovesse sottostare agli imperativi imposti dalle elite che, scelte o impostesi alla guida delle nazioni, e tessendo le relazioni internazionali tra gli stati, sostengono di fare le veci dei loro cittadini e di tutelarli, quando invece si occupano solo dei propri interessi, bollendoci a fuoco lento fintanto che non ce ne accorgiamo.” (Marco Cacioppo, ‘Cineforum’, 28/05/18)