IL RAGAZZO E L’AIRONE il 27 e 28 gennaio – L’attesissimo ritorno di Hayao Miyazaki per l’ennesimo, affascinante e favoloso viaggio a cavallo tra il reale e il fantastico: il testamento creativo del maestro nipponico, al di qua e al di là della vita

Con una prima sequenza memorabile, caratterizzata da un gigantesco incendio notturno e restituita da una perfezione formale in cui tutto intorno il calore distorce i disegni animati, il film ci introduce il protagonista della storia, Mahito, ragazzino di Tokyo che quella sera perde la madre e, l’anno dopo, si trasferisce con il padre in una gigantesca villa lontano dalla città, da generazioni tenuta di famiglia da parte materna. 
Ad attenderli c’è la sua “nuova” mamma, una donna molto simile, nuova compagna del padre e in dolce attesa, che sin da subito accoglie amorevolmente quel ragazzo, insieme a 7 vecchine aiutanti che non possono non far pensare ai nani di Biancaneve… Ma c’è anche qualcun altro che sembra festeggiare l’arrivo del 12enne: un airone cenerino abbastanza curioso e talmente invadente da trascinarlo in quella torre apparentemente abbandonata che in realtà nasconde un incredibile segreto.

Si era ritirato dieci anni fa, con Si alza il vento. Ora è tornato, forse davvero per mettere la parola fine ad un universo (a più di uno, a dire il vero) che ha saputo ospitare vari epigoni (tutti i discepoli ancora battenti bandiera Studio Ghibli, da Hiromasa Yonebayashi a Reiko Yoshida fino naturalmente al figlio Gor? Miyazaki): non sarebbe dunque scandaloso ritenere Il ragazzo e l’airone il vero film testamento di Hayao Miyazaki.