ASTEROID CITY 7 e 8 dicembre – Wes Anderson si rivela e rivela la sua condizione di artista, affrontando di petto le sue paure e i tormenti della creazione

Asteroid City, 1955. In un sito del deserto del Nevada, rinomato per il suo cratere dopo l’impatto di un asteroide gigante, si incontrano i destini di un reporter di guerra in lutto per la moglie, un’attrice che sa esistere soltanto nello sguardo degli altri, un nonno malinconico che prova a ‘raggiungere’ le nipotine, una scienziata sopraffatta dagli eventi e una varia umanità perduta in uno spazio troppo grande. Durante una convention di giovani scienziati in erba (la Junior Stargazer), confluiti nella cittadina turistica per presentare le loro invenzioni, un extraterrestre ‘cade’ dal cielo. Il governo degli Stati Uniti, allarmato dalla presenza aliena, mette tutti i convenuti in quarantena. Costretti in cattività, devono coabitare pazientemente, tessendo legami e varcando porte che conducono a una realtà in bianco e nero.

Negli scenari esplicitamente da cartone animato e nell’estetica e nel decor anni Cinquanta Wes Anderson ha trovato un terreno non solo fertile per la sua creatività, ma anche funzionale a quell’immaginazione, e capace paradossalmente da fare da argine, magari parziale, a certe esondazioni manieriste. Bellissimo da vedere, pieno di invenzioni notevoli e di dettagli “deliziosi”.