Vigevano contagiata dalla febbre del gioco
•Siamo la provincia italiana che spende di più nel gioco d’azzardo legale. I pavesi vengono inesorabilmente attratti dai video poker e da altre diavolerie elettroniche di questo tipo; oltre 2.400 euro pro capite “buttati” con la speranza di una vincita che non arriva mai.
Il rischio, che in alcuni casi è già certezza, è che questo business venga gestito dalla criminalità organizzata. In esclusiva l’intervista ad una “vittima” dei video poker: parla una signora che ha visto la sua vita rovinata da questo odioso vizio. A Vigevano le istituzioni sembrano non combattere il fenomeno mentre altri comuni, Cittadella, Castelnuovo del Garda o San Benedetto del Tronto si stanno attivando ponendo dei vincoli all’apertura delle sale gioco.
•Spunta l’idea di aprire una nuova centrale ad olio vegetale in Corso Genova ad opera di un fantomatico imprenditore russo. Ma non dovevamo essere “padroni a casa nostra?”
•A Milano l’appartamento sequestrato ad una società del defunto Giuseppe Grossi, coinvolto nel caso di Santa Giulia, era in uso a Lady Abelli per i suoi soggiorni milanesi. Oggi diventa la sede dell’Agenzia per i beni sequestrati e confiscati alle mafie.
•Con Vasco Dalprato scopriamo il Naviglio Sforzesco. Trenta chilometri di meraviglie da Galliate alla Sforzesca.
•Il 17 marzo a Genova con La Barriera e Libera Vigevano per la diciassettesima Giornata della Memoria e dell’Impegno.
•Quinta edizione del Trittico Dantesco. Intervista a Bianca Garavelli.
•Ai primi 100 che compreranno la Barriera in edicola in omaggio il CD “Il campo e la mente” dello Zio Giovane
Sul tema portante del nuovo numero de La barriera segnalo le ricerche del prof. Pietro Pietrini e coll. dell’Università di Pisa e relativo servizio tv su cervello e gioco d’azzardo (domenica 11 marzo alle 23.40 su Rai 3). Ecco la notizia appena giuntami:
Il gioco d’azzardo sta diventando una vera emergenza sociale. Sono sempre di più le persone che dilapidano tutti i propri averi alle slot machine, al poker online o al lotto. Ma per capire cosa ci spinge a giocare la troupe di “Cosmo”, la trasmissione di divulgazione scientifica in onda domenica 11 marzo alle 23.40 su Rai 3, è venuta a Pisa per intervistare il Prof. Pietro Pietrini (nella foto), direttore dell’Unità operativa universitaria di Analisi chimico-cliniche specialistiche dell’Aoup e studioso dei meccanismi cerebrali che regolano emozioni e comportamento.
Il giornalista della trasmissione si è sottoposto, all’interno della Radiodiagnostica I universitaria diretta dal Prof. Carlo Bartolozzi, allo stesso esperimento che il gruppo del Prof. Pietrini realizzò alla fine degli anni ’90, insieme alla Prof.ssa Tiziana Zalla dell’Ecole Normale Supérieure di Parigi. “Con la risonanza magnetica funzionale (fMRI) – spiega Pietrini – si vide cosa succedeva nel cervello di soggetti competitivi mentre vincevano o perdevano in un gioco di abilità contro degli avversari. In realtà manipolavamo noi a loro insaputa l’andamento della competizione, e così riuscimmo a esaminare la risposta cerebrale nelle diverse situazioni, ora di vincita sempre maggiore, ora di perdita sempre più marcata, proprio come se l’esame lo avessimo fatto al giocatore davanti ad una slot machine o al tavolo da poker”.
Lo studio dimostrò per la prima volta una forte attivazione delle strutture emotive del cervello, che differiva a seconda che l’individuo stesse vincendo o perdendo. “Vincere e perdere hanno un significato evolutivo, che risale alla competizione per la stessa sopravvivenza. Per questo siamo gratificati dalla vittoria e ci amareggiamo per la sconfitta.
In alcuni individui – prosegue Pietrini – questa ricerca della gratificazione diventa compulsiva e può sfociare in una vera e propria dipendenza, in maniera simile a quello che accade con altre dipendenze”.
La ludopatia, come viene chiamata oggi la patologia da gioco d’azzardo, è in costante crescita. Si calcola che dei 15 milioni di italiani che giocano abitualmente, circa il 20% sia a rischio di diventare dipendente. “Ci sono persone che sono arrivate ad indebitarsi per cifre decine di volte superiori al loro reddito – aggiunge Pietrini – il che dimostra la loro incapacità a controllare con la ragione un impulso irresistibile.
E’ per questo che avvertenze come ‘Gioca il giusto’, messe a piede della martellante pubblicità che invita a giocare, hanno poco significato. Sarebbe come invitare un alcolista a ‘bere il giusto’. Il problema è la grande facilità, anche per i giovani, di avere accesso al mondo delle scommesse, cosa che andrebbe controllata più rigorosamente”. Il Prof. Pietrini è psichiatra e docente ordinario di Biochimica clinica e biologia molecolare clinica all’Università di Pisa e past-chairman della OHBM-Organization for human brain mapping, la principale organizzazione mondiale dedicata allo studio del cervello umano e delle sue funzioni.Info e materiali sul sito dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana http://www.ao-pisa.toscana.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1558&catid=41&Itemid=181