Tutto cominciò con uno strano “cantiere”

Editoriale di Daniele Perboni.

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Tarda primavera 2005. Il centro sinistra da poco è stato stritolato da un treno lanciato a tutta velocità: macellato inesorabilmente e senza appello alle elezioni comunali, dove non è neppure riuscito a superare lo scoglio del primo turno. Non era mai accaduto in precedenza. La città ha scelto. Per i prossimi cinque anni la “vecchia” amministrazione continuerà a guidare questo angolo di Lombardia. Tutto sembra immutabile, come la nebbia e la polvere che avvolgono la vita sociale, economica e politica della nostra bella Vigevano. Qualcuno, però, non sta al gioco. Non accetta supinamente. Un pugno di uomini e donne sanno che cambiare è possibile. Soprattutto si può. Anzi, è doveroso.

Così quel gruppo di pionieri, gli uomini e le donne dell’Associazione Culturale La Barriera, decidono di intraprendere un cammino lungo, tortuoso e non certo facile. Fra lo scetticismo e nella quasi indifferenza di gran parte delle forze politiche (dell’intero arco costituzionale) lanciano sul piatto una proposta: il “Cantiere 2010”. Un progetto di lungo repiro che, nelle intenzioni dei promotori, si dovrà concludere nella primavera del 2010 appunto, proprio in occasione delle elezioni per l’elezione di un nuovo Sindaco e di un nuovo Consiglio Comunale. Il programma del “Cantiere 2010” si è immediatamente caratterizzato, con la presenza attiva dell’Associazione e di questo giornale, per interventi concreti, in difesa degli strati sociali più deboli di questa città. Fasce di popolazione troppo spesso dimenticati dalla politica. La prima grande battaglia che ha portato La Barriera all’attenzione pubblica è stata la raccolta di firme per la difesa della Costituzione Repubblicana. Subito dopo ci siamo impegnati per evitare che la gestione dei parcheggi finisse nella mani dei privati. Una “lunga marcia” dove abbiamo messo in luce i veri interessi che si nascondevano dietro questa operazione. Centinaia di migliaia di euro che l’Amministrazione ha deciso, improvvisamente, di non gestire in prima persona. A seguire sono sopraggiunti altri impegni importanti, come la battaglia per mantenere aperto un supermercato di quartiere (la vecchia Coop) e quella contro l’aumento degli affitti delle case Aler. Con l’avvicinarsi dell’appuntamento elettorale, la Barriera ha fatto un passo indietro.

Per incidere ancora più profondamente sull’asfittica vita politica della città serviva, infatti, un nuovo soggetto politico, in grado di raccogliere e incanalare vecchie e nuove istanze che sopraggiungono dalla società. Così ecco nascere “Civiltà Vigevanese”. Non un movimento calato dall’alto, creato per raccattare voti, ma un vero centro di aggregazione sociale, un laboratorio politico, dove convogliare, e mettere a frutto quella linfa vitale sostenuta e voluta da migliaia di cittadini. Quelle migliaia di cittadini che hanno sempre sostenuto le sacrosante battaglie della Barriera. Una linfa che ha permesso il germogliare di una nuova creatura con veri padri e madri, che da sempre è stata dalla parte dei cittadini.

Ieri era La Barriera, oggi è Civiltà Vigevanese.

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