STU? SCA? Mah…

La nuova maggioranza  monocolore che dalla scorsa primavera governa la città ha votato compatta (con l’aggiunta dei tre consiglieri del PD) di alienare alcune aree di proprietà comunale per introitare così una manciata di milioni per rinsanguare le debilitate casse dell’Amministrazione. È stata così costituita una apposita società, la Sca, interamente di proprietà pubblica, a cui verranno venduti questi terreni. La Sca, a sua volta potrà rivendere i terreni incamerando così i denari versati al Comune. Il vantaggio sarebbe di avere a disposizione immediatamente questi milioni di euro rientrando così nel patto di stabilità imposto alle Amministrazioni locali dalla legge finanziaria voluta da Tremonti.

Ora, il punto, o i punti sono:
1)     La nuova società dove prenderà questi soldi? Aprendo un mutuo con qualche istituto bancario naturalmente, iniziando a pagare, oltre alla normale rata, anche gli interessi. Le banche, si sà, non sono propriamente dei benefattori…

2)     Chi risponderà finanziariamente se la Sca non riuscirà a vendere questi terreni o se li venderà ad un costo inferiore di quanto realmente valgono? Il Comune naturalmente, dato che questa società è interamente pubblica.

I rischi, come si può evincere, non sono del tutto ipotetici, in quanto attualmente il mercato non “tira” come qualche anno fa e chi vende si presenta sulla piazza in posizione di debolezza. Devi vendere per fare cassa? Io compro se mi conviene e cercherò di “tirare sul prezzo”. Siamo o non in libero mercato?
Il problema vero è che le Amministrazioni, dunque anche il Comune di Vigevano, si trovano in questa precaria situazione grazie a una legge fortemente voluta dal Governo centrale sostenuto dalla Lega. La stessa Lega che ad ogni soffio di vento grida e strepita per avere il federalismo. Anche quello fiscale. E invece ci troviamo in una situazione in cui tutto è demandato al centro. E meno male che il grande capo Umberto Bossi continua a inveire contro Roma ladrona. Prima hanno abolito l’Ici, con una mossa esclusivamente demagogica solo per accaparrarsi i voti per “sbarcare” a Roma, poi promettono e non mantengono, di finanziare i Comuni. Le mani nelle tasche dei cittadini il signor Berlusconi e company apparentemente non li hanno messi, ma hanno costretto gli Enti locali a cercare nuovi finanziamenti. Come? Aumentando le tasse locali, diminuendo o tagliando i servizi al cittadino, sforbiciando sulla cultura e chi più ne ha più ne metta. Non per nulla centinaia di Comuni si trovano con le casse vuote e non sono più in grado di garantire i servizi a domanda individuale, se non aumentando le rette. L’aumento delle rette dell’Istituo Costa vi dice qualcosa?
Ricordiamoci che questa politica dei tagli è fortemente sostenuta dalla Lega, proprio il partito che amministra Vigevano.