«Spaccheremo le gambe ai furbetti…»

La fate facile voi, giornalisti e insegnanti di chiara matrice comunista, a parlare di apartheid e indiscriminata discriminazione riguardo al tema delle mense scolastiche. Che saranno mai 150 bambini esclusi dal servizio mensa, oppure un discreto numero di altri scolaretti che devono mangiare il panino “take away”, portato da casa, lontano dalle sale predisposte per il pranzo? La Giunta Sala sta compiendo la guerra ai furbetti, «agli esperti dell’insoluto, – ha tuonato il Sindaco –  a livello economico gli spacco le gambe». Siete sempre pronti a puntare il dito contro la Lega razzista, eppure Sala ed i suoi vogliono «tutelare chi paga il servizio», senza guardare in faccia a nessuno. In sette anni il debito totale accumulato ha sfiorato i 350.000 euro (348.462,85 per l’esattezza), con l’insoluto che è schizzato, nel solo 2011, a 147.890,21 euro. Perciò è arrivato il momento «del pugno di ferro! Dal primo gennaio, grazie al sistema elettronico introdotto dalla Giunta, – ha dichiarato Sala – abbiamo potuto avere la certezza dei pagamenti avvenuti, delle entrate per il Comune, oltre ad una regolamentazione legata agli ordini dei pasti. Dalla fine dell’anno scolastico sono state inviate delle raccomandate alle famiglie in debito con la mensa, – ha continuato il Sindaco – per avvisarle che nel caso di reiterazione di mancato pagamento, sarebbero stati presi provvedimenti». Il “pugno di ferro” ha permesso al Comune di recuperare 50.000 euro in meno di un mese, ma anche di lasciare decine di bambini senza pasto alla mensa. «Non è la Giunta Sala che blocca la mensa, – si è difesa l’assessore ai servizi educativi, Brunella Avalle – ma il genitore che non paga. Chi non riuscisse a mantenere il servizio mensa, può benissimo portare il figlio a casa durante la pausa pranzo, oppure dargli da mangiare al sacco». Capito? Se negli anni passati si lasciava correre (il sig. Sindaco fa parte delle alternatesi Giunte comunali dal 2000), oggi bisogna recuperare i danè: «Stiamo adottando un metodo educativo, – ha ammesso in modo paternalistico Sala – il servizio c’è se paghi. Il tempo dei furbi è finito». Anche quello delle mele (alla mensa) per i bimbi. Ad inizio anno scolastico gli insoluti erano 178 (129 al primo ottobre), dei quali 84 rientranti nella prima fascia Isee (i meno abbienti), 7 nelle fasce intermedie e 87 nella fascia massima (oltre i 22.000 euro di reddito annuale). Per non passare da razzista, il Sindaco ha sciorinato anche i dati etnici dei 178: 72 sono gli italiani e 106 gli stranieri. «Il problema sono sempre gli stranieri. – ha dichiarato Sala, che non è razzista – A protestare per questa manovra, sono venuti solo non italiani e con che parole di rimprovero! Io gli ho fatto capire che possono benissimo abbandonare la città». Dopotutto, una dichiarazione in linea con quella avanzata ad insediamento avvenuto: «Vigevano città meno appetibile per gli stranieri». Ora, sarebbe interessante capire la nazionalità di quegli 87 “ricchi” che non pagano la retta, un dato non rilasciato dal Sindaco che si è comunque detto disponibile a riportare più avanti. Questi dovrebbero pagare di più e perciò il mancato corrisposto è maggiore e grava con più peso. Comunque, cari scolari, se avete genitori furbetti pagherete voi la loro inciviltà morosa. La politica di questa città è: furbi stanati, bambini affamati. Civile, no?