Quel pasticciaccio brutto della centrale ad olio: ma chi è davvero contrario?

Guerra di potere, politico, sulla centrale ad olio di soia. Mauro Facchini, assessore con delega all’ambiente del Comune di Vigevano, non ci sta a subire condanne. In un comunicato stampa ad hoc, del 21 febbraio, tira la patata bollente verso la Provincia, colpevole, sostiene Facchini: «di aver dato parere favorevole». Disturbato dalle polemiche apparse sui giornali locali, l’assessore ha voluto precisare che: «la Provincia di Pavia, Ente competente al rilascio dell’autorizzazione, convocava una prima conferenza dei servizi in data 18/10/2011. In questa sede – prosegue lo sfogo ufficiale – esprimevano parere favorevole: ARPA Dipartimento di Pavia; la Commissione Paesaggistica provinciale; la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici; il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Il Settore Territorio della Provincia di Pavia richiedeva documentazione integrativa, mentre il Comune di Vigevano esprimeva parere sfavorevole. La conferenza dei servizi veniva sospesa e aggiornata». In data 06/12/2011, il Settore Territorio della Provincia di Pavia, esprimeva il via libera. Infatti, nel n. 77681 del protocollo del sei dicembre scorso, carta canta: «Visionata la descrizione pervenuta e considerando il progetto di impianto di produzione di energia elettrica alimentato ad olio vegetale di potenza pari a 1MW, non si rilevano condizioni ostative alla sua realizzazione rispetto al vigente PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale N.d.R.)». Firmato, il dirigente del Settore Territorio: Architetto Vincenzo Fontana. Facchini, vuole difendersi puntando su questo fatto: «In questa situazione, – sostiene – stante i pareri favorevoli degli organi tecnici e della stessa Provincia di Pavia, che è anche l’organo autorizzativo finale, mi è parso logico richiedere vincoli migliorativi sotto il profilo ambientale. Mi stupisce apprendere dalla stampa – prosegue un Facchini infuriato – che l’assessore provinciale Bozzano cerchi di addossare al sottoscritto responsabilità che non gli competono. Se veramente la Provincia è contraria a detti impianti bastava concordare una strategia comune al posto di mandare un parere favorevole». Su questo punto, l’assessore della Lega Nord non ha tutti i torti. Il Presidente della Provincia di Pavia, Daniele Bosone, durante la campagna elettorale dell’anno scorso, era andato a Casteggio, oltreché in una moltitudine di altri paesi. Ma a Casteggio, proprio come alla Morsella, gli abitanti protestavano contro la costruzione di una centrale ad olio vegetale. E il buon Bosone sguazzava nei proselitismi. Recita un post pubblicato il 25/05/2011 su www.blogdem.it: «(…) per la centrale di Casteggio. In questi mesi abbiamo sentito tutti ed in particolare le Lega dire che si oppongono a quell’insediamento. Ma gli assessori leghisti dov’erano quando c’è stata l’approvazione? Aldilà delle parole, magari anche roboanti, pronunciate, quali sono stati i fatti concreti? Nulla! Ad opporsi alla centrale siamo stati alla fine solo noi. Il nostro candidato Presidente, la coalizione che lo sostiene anche attraverso i propri rappresentanti istituzionali di Provincia e Regione». Speriamo che da Pavia arrivino, per citare nuovamente Facchini: «(…) segnali tangibili di apertura istituzionale alla ridiscussione dell’impianto». Ciononostante, il nostro assessore avrebbe dovuto assumere la colpa del mancato avvertimento attraverso giusti canali istituzionali, per informare il Consiglio comunale e successivamente i cittadini vigevanesi. Perché non è stato fatto? E poi, per quale motivo in un primo momento la centrale ad olio di soia non andava bene ma, dopo un colloquio con la ditta responsabile per la costruzione dell’impianto, si? Se davvero impianti del genere non si allineano con la politica energetica del Comune di Vigevano, perché non prendere di petto la situazione con  una decisione certa. Impuntarsi, coinvolgere i cittadini, protestare. In val di Susa i sindaci sono scesi in campo, letteralmente. Hanno preso armi e bagagli, fascia tricolore, per protestare insieme agli abitanti, elettori e non. Probabilmente, sfondare il paesaggio della valle per costruire una tratta di alta velocità, non si allineava con la loro politica ambientale. Loro però hanno dimostrato in modo trasparente e sincero di essere contrari.