Quando la cronaca (non lo sa) ma è razzista

Una donna seminuda, con il volto tumefatto ed evidenti segni di strangolamento. La donna era stata trovata domenica sera (9 gennaio), poco dopo le 22, ad Arluno, in provincia di Milano. A scoprirlo, un passante, tra l’erba di un giardinetto e il marciapiede, in uno spiazzo poco distante dall’autostrada. Una telefonata al 118, e quando i carabinieri arrivano sul posto trovano la donna agonizzante. Morirà ancor prima di arrivare in ospedale. Per le botte che le avevano fracassato anche la mandibola. Al collo, i segni di un tentato strangolamento?Botte tremende che le avevano dato quel  colore olivastro al viso. Olivastra? Allora, una sudamericana. E poi, il luogo, il corpo seminudo… Una prostituta, e per giunta sudamericana. Prostituta anche se le impronte non erano registrate nella banca dati delle forze dell’ordine. Ma questo contava poco: incensurata perché fresca di marciapiede, era il pensiero che archiviava e derubricava. Dunque, nelle redazioni ( ma non negli uffici degli investigatori, fortunatamente ) immediata, frettolosa e distratta la conclusione licenzia il caso e non lo lascia entrare ( salve poche eccezioni ) neanche nel colonnino recondito della più recondita pagina del giornale e del Tg.

Una domanda: se anziché olivastra e presumibilmente puttana, la donna trovata in strada mezza morta fosse stata bionda, alta, snella e griffata? Stessa frettolosa archiviazione in redazione? Quel corpo che si spegneva in ambulanza era doppiamente penalizzato: dal colore e dal mestiere ( che s’era cercato ). Come dire, non è dei nostri, andiamo avanti con la nostra vita. Emozionamoci per il campionato di calcio schioppetante e commuoviamoci ( forse ) per la neonata morta di freddo, in strada, a Bologna.

Ma lunedì pomeriggio la sudamericana non è più sudamericana, ma lombarda di Corbetta, e quella che era apparsa una prostituta si scopre che è italiana, che aveva 36 anni, che era operaia e madre di un bambino di 9 anni avuto dall’ex marito. E’lunedì pomeriggio, infatti, che si costituisce il presunto omicida: un 28enne originario di Corbetta, grafico, ex fidanzato della vittima. Ad aiutare le indagini, le telecamere di videosorveglianza del Comune di Arluno. L’uomo avrebbe raccontato di aver massacrato la sua ex a pugni e poi di averla strangolata. Violenza scatenata dalla gelosia della vittima, che avrebbe visto sul cellulare dell’uomo il numero di un’altra donna.

Riconosciamolo, un po’ razzisti lo siamo.

Tancredi

Fonte: www.articolo21.org