Palazzetto: chi paga per questo disastro?

<<A gennaio 2011 il nuovo palazzetto di Vigevano dovrà iniziare a camminare sulle proprie gambe>>.  Con questa dichiarazione netta e lapidaria, che non lascia spazio a fraintendimenti, martedì 5 ottobre, l’assessore allo sport del comune di Vigevano, Brunella Avalle, fa capire di che pasta è fatta la giunta della città ducale.  Basta con ritardi e scuse varie. Questo palazzetto “s’ha da far funzionare”. Purtroppo però lo stesso giorno (5 ottobre) il preside del liceo Cairoli, Giuseppe Branca, ha dichiarato alla stampa che il nuovo palazzetto non verrà utilizzato come palestra dagli alunni del liceo perché troppo decentrato rispetto alla sede della scuola. << I ragazzi impiegherebbero troppo tempo per raggiungere la struttura>>. Il problema logistico dell’ubicazione del nuovo impianto inizia ad evidenziare tutti i suoi limiti. Al mancato ulitizzo da parte delle scuole cittadine, evidente mancanza di progettualità da parte della precedente giunta, bisogna aggiungere anche altri gravi problemi:  la scomparsa della squadra di basket professionistica e gli innumerevoli errori in fase di costruzione dell’impianto che hanno portato alla penosa situazione attuale. Il palasport, che il giorno 8 aprile 2010, l’allora sindaco Ambrogio Cotta Ramusino e uno stuolo di assessori  mossi da evidenti smanie pre-elettorali, non esitavano a definire una svolta per vigevano, rimane fermo al palo. A questo proposito vogliamo ricordarvi un paio di dichiarazioni rilasciate in quei giorni di “esaltazione”: <<l’impianto è completato – spiega il sindaco di Vigevano Cotta Ramusino – resta solo l’intervento sui divisori tra le tifoserie, che sarà risolto in una ventina di giorni. Ora la società deve valutare se disputare le ultime partite a Vigevano>>. <<L’impianto sarà portato a termine per gli eventuali play off >> assicurava il dottor Dario Invernizzi, vice presidente onorario della Pallacanestro Vigevano, sponsorizzata dalla Miro Radici.
Il 4 maggio 2010, subito dopo essere stato eletto sindaco,  Andrea Sala e il presidente della Provincia dottor Vittorio Poma si sono incontrati a Vigevano per discutere dei lavori ancora da fare nel nuovo palasport.
<<Stiamo finendo quanto richiesto dalla commissione – spiega il dottor Poma in una dichiarazione rilasciata alla Provincia Pavese – per ottenere almeno l’agibilità parziale, poi serviranno altri lavori per ottenere l’agibilità totale.
Devono essere posizionate le transenne e gli estintori, va interdetta una fetta della curva per tenere separate le 2 tifoserie, vedendo ridotti i posti disponibili da 3.900 a 2.600. Inoltre, i pompieri devono fare una simulazione del funzionamento dell’impianto antincendio. Se martedì la commissione darà l’autorizzazione, la Miro Radici potrà utilizzare l’impianto almeno nei giorni in cui gioca le partite interne dei play off in modo da risparmiare sull’affitto del PalaDalLago di Novara e sfrutterebbe la gara del 14 maggio come cassa di risonanza visto che Vigevano-Reggio Emilia sarà trasmessa in diretta su Rai Sport Più>>.
Risultato di questa corsa a “chi le spara più grosse”? Il nuovo palasport giace come un’enorme balena spiaggiata (costata 12 milioni di euro e usata 2 sole volte n.d.r.) su un campo della periferia di Vigevano (senza neanche la bellezza del mare!), la squadra di basket non esiste più, le scuole cittadine non utilizzeranno questo mega impianto neanche per fare la consueta oretta settimanale di corse e flessioni,  e, peggio, il comune dovrà rimetter mano al portafogli per correggere gli errori commessi in fase di realizzazione (impianti di sicurezza, parquet, divisione spazi per i tifosi ospiti, parcheggi, ecc.). Adesso, con anni di ritardo rispetto a quello che la precedente giunta (di cui l’attuale sindaco era una pedina importantissima), si racconta ai vigevanesi che a inizio 2011 il nuovo palazzetto camminerà con le proprie gambe!  E per tutti i ritardi che hanno portato a far si che il palazzetto sia ancora inutilizzato ma già in evidente decadimento, a chi devono rivolgersi i vigevanesi?  E per tutti gli annunci pre-elettorali mai andati a buon fine? Ma soprattutto, chi paga tutto questo? Noi una risposta pensiamo di averla…
Paolo Borea