Nuova pinacoteca dedicata a Casimiro Ottone

Dal mese di gennaio anche Vigevano avrà la sua Pinacoteca. Situata nelle scuderie del castello ed intitolata al pittore locale Casimiro Ottone,  la Pinacoteca è stata allestita grazie al dirottamento degli 11.000 euro destinati, in precedenza, ai fuochi d’artificio per i festeggiamenti dell’ultimo dell’anno. Per la Pinacoteca è stato pensato un percorso espositivo che vede in mostra opere vigevanesi ma non solo. Nelle prime due stanze si trovano opere cinquecentesche legate agli affreschi di Piazza Ducale e allo strappo d’affresco di Bernardino Ferrari del 1515. Dalla III sala in poi la Pinacoteca racchiude, in un percorso misto di validi accostamenti tra dipinti e sculture, molte opere ottocentesche che derivano in parte della scuola pittorica del Roncalli e in parte dalle collezione di grandi benefattori come Casimiro Ottone – da lui il lascito fondante della Pinacoteca stessa – e Luigi Barni.
Nel percorso espositivo delle undici sale troviamo dei pregevoli ritratti delle famiglie della borghesia locale di G. B. Garberini, tra cui spicca, la grande tela de La famiglia Campari, e il ritratto de La famiglia Basletta di Vincenzo Boniforti, in cui le figure in primo piano sfogliano un volume recante immagini della Piazza Ducale.
Un piccolo excursus sulla devozione vigevanese è invece rappresentato da una selezione di opere di tema sacro a partire dal Cinquecento per giungere ai bozzetti per interventi pittorici operati nel Duomo tra Sette e Ottocento (Il Battesimo di Cristo; Gonin; Garberini).
Per la grande pittura storica dell’800 le due grandi tele di Francesco Valaperta (Morte di Carlo Emanuele II) e di Francesco Mensi (La presentazione di Carlo Emanuele II alla corte) occupano le due campate della V sala.
La sala VI è interamente dedicata a Casimiro Ottone, un obbligo dovuto all’opera del Maestro. L’esposizione è suddivisa per generi: nella campata di sinistra è rappresentata la pittura di figura (ritratto femminile, ritratto maschile, nudo), mentre nella campata destra si trovano esempi di natura morta, di paesaggio e, tra le due finestre, bozzetti di decorazioni di soffitti, richiamati nelle due teche collocate al centro della sala.
I grandi nomi della cultura artistica lombardo-piemontese ottocentesca, che ha influenzato la pittura locale sono rappresentati dai due grandi pendant di Pompeo Mariani (Le temerarie a destra, Paesaggio al tramonto a sinistra), dal ritratto dei coniugi Bonacossa del ritrattista milanese Eleuterio Pagliano e soprattutto dal piccolo olio di , aggiornato con lo spirito rivoluzionario dell’Impressionismo francese, che è messo a confronto con il Paesaggio sul Ticino dell’allievo Ambrogio Raffele sulla parete opposta. Un angolo dedicato al ritratto infantile è rappresentato dalla tela de I gemelli di Brambilla, dai deliziosi gessi di G. B. Ricci nella teca e dal marmo di Pasquale Miglioretti al centro della campata.
Nella Sala VIII trovano sede le opere di Raffele partendo da  La baccante, opera d’esordio, a cui seguono i suoi celebri paesaggi alpini, in cui si vogliono mostrare i due diversi modi di trattare il colore del Maestro: a ampie e morbide campiture cromatiche, oppure a piccoli tocchi, con un richiamo alla tecnica dell’acquarello. Mentre a sinistra l’opera Per tua dote di Luigi Bocca introduce il visitatore nel percorso artistico di un’intera famiglia, che parte con il padre e che giunge ai figli, con particolare risalto dato a Carlo Bocca, che cerca un avvicinamento alle tendenze metafisiche e surreali degli anni Venti del Novecento.
Gli artisti vigevanesi tra Otto e Novecento sono esposti nella IX sala: Cesare Villa con il suo Inno alla Vita si impone nella sala e ben si accompagna con le atmosfere Belle Epoque delle opere pittoriche di Ferdinando (La Mascherina, in particolar modo). Il contrasto è netto con i lavori più recenti di Carlo Zanoletti, tra i quali spicca Le lavandaie, presentate alla Biennale di Venezia del 1950. La campata di sinistra vede protagonista Luigi Barni in veste di ritrattista vicino alla cultura divisionista ed espressionista, che si accompagna ai ritratti della parete opposta di Venanzio Zolla, Mario Ornati ed Emilio Galli.
Nella penultima sala trovano spazio le opere di Italo Cremona frutto di una recentissima donazione che ha permesso di portare a Vigevano il grande maestro locale nato a Cozzo nel 1905. Cremona è stato un artista eclettico: pittore, grafico, scenografo, costumista, regista teatrale e cinematografico, critico e storico d’arte. L’esposizione si conclude  con la Galleria dei contemporanei, opere che cambieranno ciclicamente e che rappresentano i più recenti sviluppi dell’arte contemporanea a Vigevano, anche con lavori di maestri viventi.
L’ingresso sarà gratuito.