La voce del padrone

Katia viene dalla Guinea. È una giovane donna di colore di 34 anni. Quando chiede di parlare con me, mi accorgo che è incinta. La maternità è ormai visibile. Mi racconta di aver lavorato per oltre due anni alle dipendenze di una cooperativa. Faceva le pulizie nelle sedi, situate presso molti Comuni circostanti, di una importante istituzione del Ministero della difesa. Il suo è sempre stato un contratto di lavoro “a termine”. Più volte rinnovato. Ad ogni scadenza, la motivazione addotta a giustificazione della temporaneità del contratto è stata sempre la stessa: “esigenze straordinarie”. Come si può ben capire si tratta di una motivazione del tutto assurda e strumentale. È evidente che le così dette esigenze sono straordinarie in quanto sono eccezionali e non possono di certo durare continuativamente più di due anni! Si tratta, in altri termini, di un modo per aggirare la legge e fregare il lavoratore, che viene così posto in uno stato di totale ed assoluta precarietà e sottomissione. C’è di più. Alla fine dell’ultima proroga, il 28 febbraio scorso, a Katia non viene più rinnovato il contratto di lavoro. All’improvviso le eccezionali esigenze di lavoro che nei due anni precedenti si erano inesorabilmente presentate ad ogni scadenza contrattuale non ci sono più, sparite come d’incanto. Il motivo è semplice: la ragazza è incinta e presumibilmente non è più in grado di produrre come prima. Naturalmente questo barbaro modo di procedere è in totale violazione della legge a tutela della donna e della maternità. Poi si vedrà come è possibile porre rimedio e ripristinare la legalità. Tuttavia resta il fatto che intanto Katia, che è madre di altri due figli, è ora a casa senza lavoro e senza salario. Purtroppo non si tratta di un caso raro: è solo un esempio di sfruttamento come molti altri. Eppure pare che i veri problemi siano altri. A Vigevano l’ Amministrazione comunale non fa una piega dinnanzi ad una situazione economica ed occupazionale cittadina in disfacimento e perde il suo tempo a svendere i beni pubblici della comunità e ad inseguire i mendicanti. In Italia il governo pensa bene di risolvere i problemi di un paese drammaticamente senza lavoro e senza occupazione facendo soldi con l’allungamento dell’età per andare in pensione per i lavoratori e studiando i sistemi per poter licenziare liberamente e senza impicci quei pochi che ancora lavorano. Così vanno veramente le cose: c’è un paese reale in cui accade ciò che abbiamo descritto e c’è un altro mondo che è quello che ci viene raccontato dai giornali e dalla televisione. Penso invece che occorra cominciare a chiamare le cose con il loro nome. Per esempio dire che Monti è la voce del padrone! Una voce sobria sin che si vuole, ma che conduce la solita politica: poveri sempre più poveri, ricchi sempre più ricchi. Così ci portano dritti e filati in pieno Ottocento, altro che sinistra conservatrice e novecentesca. È urgente una forte controffensiva culturale di massa.

Carlo Santagostino

Fonte: La Barriera n. 121, aprile 2012.