Io ricordo

Io ricordo

di Ruggero Gabba
con Gianfranco Jannuzzo e Piero La Cara

ioricordo

Interviste ai familiari di: Pietro Borsellino, Giovanni Falcone, Boris Giuliano, Cesare Terranova, Gaetano Costa, Rocco Chinnici, Giuseppe Montana, Ninni Cassarà, Libero Grassi, Vito Ievolella, Antonino Agostino…

produzione Indiana Production Company

Il 23 maggio del 2002, nel giorno del suo decimo compleanno, il piccolo Giovanni (Piero La Cara) riceve da suo padre un regalo inaspettato. Suo padre (Gianfranco Jannuzzo) ha promesso di spiegargli perché l’hanno chiamato Giovanni. Per farlo gli dedica un’intera giornata in cui padre e figlio ripercorrono i luoghi dell’infanzia di un altro Giovanni.

10 anni prima, infatti, è morto Giovanni Falcone, ucciso con la moglie e la scorta che lo proteggeva. 57 giorni dopo, il 19 luglio 1992 sarà ucciso anche Paolo Borsellino, sempre insieme alla scorta.

Il piccolo Giovanni entra così in contatto con tante storie legate alla Storia. E’ questo il filo rosso su cui si dipana “io ricordo”. Comincia così il viaggio tra la recente storia del Paese e la memoria di vittime della mafia.

Il 27 luglio, una settimana dopo Borsellino, a Catania viene ucciso un ispettore di polizia, Giovanni Lizzio, Rocco Chinnici era stato uno dei primi magistrati ad andare nelle scuole, Barbara Asta era rimasta uccisa insieme ai due figli gemelli di quasi 6 anni solo perché passava accanto alla macchina del giudice Carlo Palermo, imprenditori erano stati uccisi per non aver voluto pagare il pizzo…

Gaetano Costa era stato il primo procuratore ucciso… …

C’è una speranza ? Si, è il padre che decide di dedicare una giornata a suo figlio per spiegare cos’è la mafia, la prevaricazione, la sopraffazione; sono i familiari che non dimenticano e portano avanti l’impegno che era dei loro cari, sono le istituzioni che oggi non possono fare a meno di rispondere se i cittadini smettono di voltarsi dall’altra parte…

Tutto questo, lentamente, sta iniziando a succedere in Sicilia, dove, da oltre 30 anni c’è chi va nelle scuole a spiegarlo. La strada è tracciata, a noi percorrerla.

Il film si snoda tra questi momenti di grande intimità tra padre e figlio in giro per i luoghi di Palermo (parte fiction) e la cruda realtà dei familiari delle vittime (parte documentario) che fanno da sfondo alla presa di coscienza di un bambino rispetto all’ambiente (e non solo siciliano) in cui vive.