Il “Santo” Formigoni

 Formigoni chi è? Tenta di spiegarlo il 30enne, esponente del partito Radicale, Lorenzo Lipparini. Nel 2010, come delegato della lista Bonino-Pannella in Lombardia, Lipparini ha denunciato le falsità delle firme depositate da Roberto Formigoni per la propria candidatura a Presidente della Regione. Tale denuncia ha portato all’apertura di processi tutt’ora in corso. In “Formigoni. Biografia non autorizzata” (Editori Internazionali Riuniti, 207 pp., 16 euro), che Lipparini ha presentato giovedì 7 giugno a Pavia, il giovane militante racconta nel dettaglio i motivi dell’esposto sulle firme irregolari ma non solo. Nelle pagine del libro sono narrate: l’infanzia dell’attuale Governatore lombardo; le inchieste giudiziarie che lo hanno sfiorato ed il suo rapporto con “Comunione e Liberazione”.

«Ho deciso di scrivere questo libro dopo la vicenda delle firme false. – ha dichiarato Lipparini – Se in Italia la giustizia funzionasse correttamente, Formigoni non avrebbe potuto candidarsi né per la questione delle firme né, in primis, per l’impossibilità a livello costituzionale di un secondo mandato consecutivo. Purtroppo non esiste il modo di far valere in Tribunale la legge costituzionale sui due mandati, il fatto è che manca una legge regionale lombarda di recepimento a quella costituzionale. Pasticci burocratici-giudiziari che una certa politica ha compreso e utilizza a proprio favore».

La non immediata rieleggibilità allo scadere del secondo mandato consecutivo del Presidente della giunta regionale eletto a suffragio universale e diretto, è contenuta nell’articolo 2 lettera f, della legge 165/2004. Il 2004 è l’anno fatidico per i difensori della rieleggibilità di Formigoni (e come lui di Vasco Errani in Emilia-Romagna), in quanto il mandato in corso nel 2004 non sarebbe computabile perché già in corso all’entrata in vigore della legge costituzionale. Sarebbe bastato che i due Presidenti, Formigoni ed Errani, avessero incluso nell’ordinamento delle rispettive Regioni la 165/2004, ma non l’hanno fatto. Strano. Come strana è la doppia morale del Presidente della Regione Lombardia: «oggi molti quotidiani riportano l’agire privato di Formigoni. Addirittura “Il Corriere della Sera”, giornale moderato, avanza dettagli profondi. – ricorda Lipparini – Al di là di faccende comunque importanti, come l’ambiguità mostrata da Formigoni nelle sue dichiarazioni, che prima minimizza i suoi rapporti con il faccendiere Daccò (accusato di fatturazione falsa, riciclaggio ed indagato per il dissesto del “San Raffaele” N.d.R.), poi sostiene di aver pagato vacanze e regali con i propri soldi ma non mostra le fatture, successivamente “non ricorda” di aver accettato regali dallo stesso Daccò. Ciò che risalta nel comportamento di un ciellino come il Presidente lombardo è la doppia etica. Formigoni invoca santi e povertà – sottolinea il Radicale – ma si fa pagare vacanze da migliaia di euro e si tuffa dagli yacht, quelli di Daccò naturalmente».

Secondo Lipparini, anche se di avvisi di garanzia diretti a Formigoni per ora non ce ne sono, ciò che viene meno è la  sua credibilità. Un ultra cattolico che si lascia trascinare in ville da sceicco e cene a cinque stelle, risulta distante dalle parole del Vangelo. Beati i poveri che piangono, hanno fame e sono perseguitati; infelici i ricchi che ridono, sono sazi ed elogiati da tutti. «La credibilità oggi nel sistema Paese è fondamentale, pensate ai mercati ed allo spread – ricorda il politico e scrittore – ai loro movimenti con le dimissioni di Berlusconi e del suo esecutivo. Da Radicale non sono certo qui a fare la morale, ma analizzo ciò che accade nella quotidianità politica e sociale».

Pierangelo Daccò è stato arrestato sia per il caso San Raffele (concorso in bancarotta ed associazione a delinquere), che per il dissesto nell’ambito dell’inchiesta con al centro la Fondazione Maugeri. La sanità in Lombardia è oro e il sistema lombardo «è fatto di privatizzazione del pubblico, per creare centri di spesa privati a capitale pubblico. – dichiara Lipparini – Quindi le controllate della sanità vengono finanziate dal pubblico che sistema “amici” ad amministrarle. Formigoni – accusa – ha favorito medici “politici”, cioè ciellini a lui vicini, piuttosto che medici professionisti. I nomi? Nel mio libro».

La soluzione a questo massacro democratico dovrebbe essere, a detta di Lipparini, una maggiore trasparenza da parte dei media ed una profonda riforma che permetta di espellere la politica dalla sanità, e che renda pubblici i curricula sia di chi lavora nella sanità, che di coloro che ricoprono incarichi amministrativi. Con i mezzi tecnologici odierni questa manovra sarebbe rapida e semplice, basterebbe volerlo.