Date e trame della nuova stagione cinematografica all’Odeon

Il capolavoro di Emanuele Crialese

Riparte l’attività del Cinema Odeon. Si inizia con il premio speciale della giuria al Festival di Venezia: Terraferma di Emanuele Crialese.
Proiezioni speciali il 6-7 e 9 ottobre alle ore 21.15.
Il CINEMA ODEON sarà così sempre di più il TUO CINEMA: è nel cuore della città, è comodo da raggiungere a piedi o in bicicletta, trovi un ottimo impianto audio in dolby sorround, il bar, prezzi popolari (5 o 6 € al massimo) e un ampio parcheggio gratuito.

LE DATE E LE SCHEDE DEI FILM DA OTTOBRE A DICEMBRE 2011

Giovedì 6, venerdì 7, domenica 9 ottobre – Ore 21,15

TERRAFERMA

Regia Emanuele Crialese

Anno: 2011. Durata 88 min. Origine Italia. Genere drammatico

Attori – Filippo Pucillo (Filippo), Donatella Finocchiaro (Giulietta), Mimmo Cuticchio (II) (Ernesto), Beppe Fiorello (Giuseppe Fiorello) Nino Timnit T. (Sara), Claudio Santamaria (Capitano della Finanza).

Sceneggiatura Emanuele Crialese e Vittorio Moroni. Fotografia Fabio Cianchetti

In un’isola del Mare Nostrum, Filippo, un ventenne orfano di padre, vive con la madre Giulietta e il Nonno Ernesto, un vecchio e irriducibile pescatore che pratica la legge del mare. Durante una battuta di pesca, Filippo ed Ernesto salvano dall’annegamento una donna incinta e il suo bambino di pochi anni. Sfidando la burocrazia e la Guardia di Finanza, decidono di prendersi cura di loro, almeno fino a quando non avranno la forza di provvedere da soli al loro destino. Diviso tra la gestione di viziati vacanzieri e l’indigenza di una donna in fuga dalla guerra, Filippo cerca il suo centro e una terra finalmente ferma.

“Terraferma è la terza opera che Emanuele Crialese dedica al mare della Sicilia in un’instancabile ricerca estetica avviata con Respiro nove anni prima. Come Conrad, Crialese per raccontare gli uomini sceglie “un elemento altrettanto inquieto e mutevole”, una visione azzurra ‘ancorata’ questa volta al paesaggio umano e disperato dei profughi. Sopra, sotto e intorno a un’isola intenzionalmente non identificata, il regista guarda al mare come luogo di infinite risonanze interiori. Al centro del suo ‘navigare’ c’è di nuovo un nucleo familiare in tensione verso un altrove e oltre quel mare che invade l’intera superficie dell’inquadratura, riempiendo d’acqua ogni spazio.

Nel rigore della forma e dell’esecuzione, Crialese traduce in termini cinematografici le ferite dell’immigrazione e delle politiche migratorie, invertendo la rotta ma non il miraggio del transatlantico di Nuovomondo. Dentro i formati allungati e orizzontali, in cui si colloca il suo mare silenzioso, Terraferma trova la capacità poetica di rispondere alle grandi domande sul mondo. Un mondo occupato interamente dal cielo e dal mare, sfidato dal giovane Filippo per conquistare identità e ‘cittadinanza’. (Marzia Gandolfi, MYmovies.it ).

 Premio speciale della Giuria alla 68ª Mostra Internazionale D’Aarte Cinematografica di Venezia (2011).

Domenica 9 ottobre – Ore 16,00

WINNIE THE POOH – Nuove avventure nel bosco dei 100 acri

Regia Stephen J. Anderson. Anno 2011. Durata 65 min. Origine Usa. Genere animazione.

Pooh è in cerca di un po’ di miele ma non riesce a trovarlo e per questo si reca a casa dell’amico Christopher Robin. Giunto sul posto, però, invece dell’amico trova un biglietto che non riesce a leggere e chiede aiuto agli altri abitanti del Bosco dei 100. L’interpretazione della nota darà vita a un equivoco che metterà in moto una serie di situazioni bizzarre di cui resterà vittima lo stesso Pooh. Sarà Pimpi a risolvere la situazione ad aiutare l’amico.

Giovedì 13 ottobre – Ore 21,15

IL RAGAZZO CON LA BICICLETTA

Regia Jean-Pierre e Luc Dardenne

Anno 2011. Titolo Originale Le gamin au vélo. Durata 87 min. Origine Belgio. Genere drammatico. Attori – Cécile de France (Samantha), Thomas Doret (Cyril), Jérémie Renier (Guy Catoul), Fabrizio Rongione (Libraio), Egon Di Mateo (Wes), Olivier Gourmet (Proprietario del bar).

Sceneggiatura Jean-Pierre e Luc Dardenne. Fotografia Alen Marcoen

Il 12enne Cyril è ossessionato dall’idea di ritrovare suo padre, che lo ha temporaneamente lasciato in un centro di accoglienza. L’incontro con Samantha, una parrucchiera che lo accoglie in casa nei fine settimana, potrebbe far ritrovare al ragazzo un poco di quella serenità e calore utili a calmare la sua rabbia…

“Tutta la disperazione del mondo in un ragazzino con i capelli biondi e la maglietta rossa. Tutta la pena, l’ostinazione, l’energia dei suoi 12 anni in un film che segue senza un attimo di tregua i suoi sforzi per negare una verità inaccettabile: il padre lo rifiuta. E intanto dettaglia anche le conseguenze che questo può avere sul suo futuro di bambino abbandonato. (…) In fondo ‘Le gamin au vélo’ funziona (…) come un film di inseguimenti con gli affetti al posto della solita trama da thriller. Perché i bambini non lottano per chissà quali segreti o per salvare il mondo, ma per la vita stessa. Con un’innocenza, un abbandono, una sete di assoluto, che è anche una sfida alla nostra rassegnazione di adulti, inclini alla ragionevolezza e al compromesso. Fino a quando un film dei Dardenne non viene a ricordarci di cosa saremmo capaci. Se solo osassimo volerlo.” (Fabio Ferzetti, ‘Il Messaggero’, 16 maggio 2011)

Gran Premio speciale della giuria al 64° festival di Cannes 2011

Domenica 16 ottobre – Ore 16,00

RIO

Regia Carlos Saldanha. Anno 2011. Durata 96 min. Origine Usa. Genere animazione

Blu è un rarissimo pappagallo addomesticato che non ha mai imparato a volare e che conduce una vita comoda insieme alla sua proprietaria Linda in una piccola cittadina americana. Convinti che Blu sia l’ultimo esemplare della sua specie, i due vengono a sapere dell’esistenza di un esemplare femmina a Rio de Janeiro, e partono alla volta della lontana ed esotica terra carioca per trovare Gioiel…..

Giovedì 20 ottobre – Ore 21,15

 

LA FINE È IL MIO INIZIO

 

Regia Jo Baier. Anno 2010. Titolo originale Das Ende ist mein Anfang. Durata 98 min. Origine Germania, Italia. Genere drammatico.

 

Attori – Bruno Ganz (Tiziano Terzani), Elio Germano (Folco Terzani), Erika Pluhar (Angela Terzani), Andrea Osvárt (Saskia Terzani).

 

Sceneggiatura di Folco Terzani e Ulrich Limmer. Tratto da bestseller omonimo di Tiziano Terzani (Ed. Longanesi). Fotografia Judith Kaufmann

 

Tiziano Terzani, grande viaggiatore, appassionato giornalista e autore di libri di successo, al termine della sua vita densa di avvenimenti decide di ritirarsi nell’appartata casa di famiglia in Toscana. Terzani sente che è giunto al termine della sua vita e per questo convoca il figlio Folco, che vive a New York: gli vuole raccontare la storia della propria vita, l’infanzia e la giovinezza a Firenze, i tre decenni trascorsi come corrispondente dall’Asia per il Corriere della Sera e la Repubblica, e infine lo sconvolgente viaggio dentro sé stesso, quando a causa del cancro si congeda dal giornalismo e si apre a esperienze spirituali in Asia, soprattutto l’incontro con un grande saggio nell’isolamento dell’Himalaya, che diventano per lui l’esperienza decisiva. Attraverso i loro dialoghi, padre e figlio raggiungono momenti di grande intimità che permettono loro di sciogliere vecchie tensioni.

 

“Data l’origine del libro, hanno spazi predominanti i dialoghi, specie quelli che riescono a disegnare e ad approfondire il rapporto padre-figlio, non allontanandosi però mai da quella casa e dai monti attorno nonostante i tanti viaggi del protagonista nei Paesi lontani. Con questo senza togliere respiro al racconto perché l’accento è solo su quel rapporto tra un padre che ormai può limitarsi solo ad insegnare e un figlio teso ad apprendere fino quasi allo spasimo. In ambiti in cui, pur rinunciando alle cornici esotiche, si privilegiano gli esterni, l’aria aperta, la natura, chiamati a trasformasi via via nella vera cifra di un film che, pur rifacendosi a un viaggio verso la morte, vuole essere ad ogni svolta una salda e ispirata meditazione sui misteri della vita. Ce li trasmettono, con intimo fervore, Bruno Ganz, il padre, e il nostro Elio Germano, il figlio. Due generazioni di attori a confronto, due storie professionali in apparenza distanti fra loro, ma si equilibrano alla perfezione e addirittura si completano. Con finissime misure.” (Gian Luigi Rondi, ‘Il Tempo Roma’, 1 aprile 2011)

 

 Domenica 23 ottobre – Ore 16,00

GARFIELD IL SUPERGATTO

Origine Corea del Sud / Usa. Durata 73 min. Genere animazione

Niente e nessuno, nell’universo intero, è mai stato in grado di convincere Garfield a fare qualcos’altro che non fosse mangiare o sonnecchiare, fino al giorno in cui un super-gatto palestrato di nome Garzooka non è entrato con irruenza nel suo mondo portando una notizia catastrofica: una super cattiva del Mondo dei Fumetti è determinata a conquistare l’universo.

Giovedì 27 ottobre – Ore 21,15

IL VENTAGLIO SEGRETO

Regia Wayne Wang

Anno 2011. Titolo originale Snow Flower and the Secret Fan. Durata 105 min. Origine Cina, Usa. Genere drammatico.

Attori – Li Bingbing, Jun Ji-Hyun (Gianna Jun), Vivian Wu, Hugh Jackman

Sceneggiatura Angela Workman, Michael Ray, Ronald Bass. Tratto da romanzo “Fiore di Neve e il ventaglio segreto” di Lisa See (ed. TEADUE; Longanesi). Fotografia Richard ng.

Due storie divise da molte generazioni di distanza, ma eterne nella loro nozione universale dell’amore, della speranza e dell’amicizia.

Cina, XIX secolo. Fiore di neve e Lily sono due bambine di sette anni che subiscono la fasciatura dei piedi alla stessa età e nello stesso giorno. L’avvenimento segnerà per sempre i loro destini, unendole attraverso il ‘lotong’ anche dopo i rispettivi matrimoni. Fiore di neve e Lily, infatti, troveranno il modo di comunicare furtivamente tra loro scrivendosi per mezzo del ‘nu shu’, un linguaggio segreto scritto tra le pieghe di un ventaglio bianco di seta.

Shanghai, anni 2000. Nina e Sophia, sono due discendenti del laotong che cercano di mantenere salda la loro amicizia, nonostante le carriere impegnative e le vite amorose complicate, attingendo dalle lezioni del passato celate tra le pieghe dell’antico ventaglio bianco di seta.

“Oggi ecco Wang tornato, per un momento, in Cina, con una storia tratta da un romanzo di successo di una giornalista cino-americana, Lina See. Due parti che si intrecciano: una direttamente nella Cina rurale del secolo XIX, l’altra oggi, in una città sempre più americanizzata come la moderna Shanghai. (…) Narrativamente le due parti non si assimilano con modi chiari, ma lo scompenso e un certo disordine in parte li riscatta la regia di Wang, pronta, anche questa volta, a esibire immagini piuttosto intense, evocatrici di climi in cui hanno spazi soprattutto le emozioni. Specie se dominate dalla grazia di figure femminili eleganti e fini.” (Gian Luigi Rondi, ‘Il Tempo cronaca di Roma’, 8 luglio 2011)

Domenica 30 ottobre – Ore 16,00

CARS 2

Regia John Lasseter, Brad Lewis Anno 2011. Durata 120 min. Origine Usa. Genere animazione

La squadra di motori più celebre del mondo dell’animazione deve partecipare alla più importante competizione automobilistica internazionale che toccherà Giappone, Regno Unito, Francia e Italia. Tra spionaggio internazionale e inseguimenti esplosivi, la strada verso la gara si rivelerà disseminata di buche, deviazioni e divertentissime sorprese.

 Giovedì 3 novembre – Ore 21,15

THE CONSPIRATOR

Regia Robert Redford

Anno 2010. Durata 122 min. Origine Usa. Genere drammatico – Storico.

Attori – James McAvoy (Frederick Aiken), Robin Wright (Mary Surrat), Kevin Kline (Edwin M. Stanton), Evan Rachel Wood (Anna Surratt), Tom Wilkinson (Reverdy Johnson), Alexis Bledel (Sarah Weston), Danny Huston (Jag Holt), Colm Meaney (Generale David Hunter).

Sceneggiatura James D. Solomon. Fotografia Newton Thomas Sigel

Washington, 1865. Abramo Lincoln è stato assassinato per mano di John Wilkes Booth. Sette uomini e una donna, Mary Surratt, proprietaria della pensione dove l’assassino si riuniva con gli altri cospiratori, vengono arrestati con l’accusa di aver messo in atto un complotto per uccidere il Presidente, il Vice presidente e il Segretario di Stato. La difesa di Mary Surratt, considerata nemica della nazione, verrà presa dal giovane avvocato Fredrick Aiken, un valoroso ex soldato, convinto che la donna sia innocente e che sia stata usata come capro espiatorio per arrivare ad uno dei veri cospiratori, il figlio di lei John.

“Trent’anni passati dietro la macchina da presa costellate da otto stazioni che raccontano la ‘Passione’ di un paese, l’America, diviso in due anime profondamente contrastanti eppure, al limite del paradosso, in grado di parlarsi, di coesistere imparando dai propri errori del passato. A chi si immaginava un Robert Redford meno impegnato e con una coscienza civile più addolcita dall’elezione di Obama ecco la risposta di ‘The Conspirator’, che non si discosta dalle inquietudini di una carriera, da regista, trascorsa a distendere sul lettino da psicanalista il suo Paese, interrogato, lungo gli anni, in maniera incisiva e polemica. In questa suo ottavo lavoro, Redford analizza la reazione della nazione davanti allo sconvolgente omicidio di Abramo Lincoln, avvenuto sullo sfondo di uno stato profondamente diviso non solo tra Nord e Sud ma anche all’interno dello stesso governo. (…) La storia ci ha insegnato che il lieto fine non c’è stato perché, come voleva il ministro della Guerra, «La sopravvivenza di una nazione è più importante della vita di una donna». Eppure, grazie alla bravura dei due protagonisti e di un valido cast di contorno, la suspence dura fino all’ultima sequenza perché il cinema racconta la realtà ma è anche scatola di illusioni e sogni. Come quello di uno stato dove si venga giudicati per l’essenza delle persone e non solo per le proprie origini.” (Maurizio Acerbi, ‘Il Giornale’, 24 giugno 2011)

Presentato al Festival di Toronto 2010

Domenica 6 novembre – Ore 16,00

KUNG FU PANDA 2

Regia Jennifer Yuh (Jennifer Yuh Nelson). Anno 2011. Durata 91 min. Origine Usa. Genere animazione

Po è finalmente diventato il ‘Guerriero del Dragone’ e vive felice nella Valle della Pace insieme ai suoi amici, le 5 Furie. Tuttavia, la loro placida esistenza viene interrotta dall’apparizione di una pericolosa e inarrestabile potenza decisa a conquistare la Cina e a distruggere per sempre il kung-fu. Quando il tutto sembra ormai essere perduto, Po scoprirà che per trovare la forza di fermare il potente nemico dovrà scavare nel suo passato…

Giovedì 10 novembre – Ore 21,15

 

 

 

 

LE DONNE DEL SESTO PIANO

 

Regia Philippe Le Guay

 

Anno 2011. Titolo Originale Les femmes du 6ème étage. Durata 106 min. Origine FRANCIA. Genere COMMEDIA

 

Attori – Fabrice Luchini (Jean-Louis), Sandrine Kiberlain (Suzanne), Natalia Verbeke (Maria), Carmen Maura (Concepción), Lola Dueñas (Carmen), Berta Ojea (Dolores), Nuria Sole (Teresa), Concha Galán (Pilar).

 

Sceneggiatura Philippe Le Guay e Jérôme Tonnerre. Fotografia Jean-Claude Larrieu

 

Parigi, 1962. Jean-Louis e Suzanne Joubert non sono più giovani. Questo agente di cambio e sua moglie vivono una tranquilla esistenza borghese in un elegante edificio. La loro vita potrebbe considerarsi monotona, soprattutto da quando i bambini sono stati spediti in collegio. Le cose, invece, sono più vivaci al sesto piano del loro palazzo, dove vivono alcune domestiche spagnole: sei donne di età diverse che hanno abbandonato la Spagna franchista per cercare lavoro in Francia. Jean-Louis si ritrova sempre più attratto dal loro mondo così diverso dal suo.

 

“Possiamo garantire ai futuri spettatori che il Fabrice Luchini protagonista di ‘Le donne del 6° piano’ gli regalerà una prestazione (nonostante il doppiaggio) impareggiabile, un mix di espressioni, gesti e movenze dalle sfumature raffinate ed esilaranti, uno di quei ritratti più veri del vero destinati a restare senza dubbio nel pantheon del cinema europeo. Risulta, dunque, evidente che il film di Philippe Le Guay vada visto e assaporato a tutti i costi, battendo in breccia la diffidenza che in Italia si nutre nei confronti della produzione, anche popolare, made in France. Le ragioni primarie sono almeno tre: da un accattivante excursus storico il regista sa estrarre i dati significativi, senza ingessarli in freddi report sociologici; la topografia determina l’evoluzione dei persona, come se dal terreno di una piacevole commedia dolceamara fossimo risucchiati in una spirale hitchcokiana; l’esercizio del potere fisico, culturale e psicologico che gli uomini e le donne «resettano» in base a input di classe, sesso ed età vi è analizzato con una varietà di toni e un’acutezza di riscontri degne di un trattatello neo-illuminista. (…) Il regista è abile e sottile nell’utilizzare la scoperta di questo microcosmo femminile come chiave di volta per la progressiva fuoriuscita di Jean-Louis da se stesso: non è solo questione di sensi (…), bensì del rigetto di un percorso esistenziale timorato, pedante e castrante in nome della duplice riconquista dell’utopia e dell’allegria.” (Valerio Caprara, ‘Il Mattino’, 10 giugno 2011)

 

Presentato fuori Concorso Al 61º Festival Di Berlino (2011).

 Domenica 13 novembre – Ore 16,00

MIA E IL MIGÙ

Regia Jacques-Rémy Girerd. Anno 2008. Durata 91 min. Origine Francia, Italia. Genere animazione

America del Sud. La piccola Mia, a soli 10 anni, decide di andare alla ricerca di suo papà che sta lavorando in un gigantesco cantiere che sta trasformando un pezzo della foresta tropicale in un lussuoso complesso alberghiero. Il suo viaggio le farà vivere un’avventura straordinaria e la metterà in contatto con una serie di creature misteriose.

Giovedì 17 novembre – Ore 21,15

L’ALTRA VERITÀ

Regia Ken Loach

Anno 2010. Titolo originale Route Irish. Durata 109 min. Origine Gran Bretagna. Genere drammatico

Attori – Mark Womack (Fergus), Andrea Lowe (Rachel), John Bishop (Frankie), Geoff Bell (Walker)

Sceneggiatura Paul Laverty. Fotografia Chris Menges

Frankie e Fergus sono amici da una vita. Sin dal loro primo giorno di scuola, e per i successivi venti anni, hanno condiviso gioie e dolori. Decisi a dare una svolta economica alle loro esistenze, nel 2004 i due amici vanno a lavorare come ‘contractors’ – guardie di sicurezza di appaltatori inglesi – in Iraq. Quando uno dei due muore lungo la ‘Route Irish’- una strada a sud di Bagdad, lunga circa 12 km, che porta dalla Green Zone al centro città – l’altro, invece di ricorrere alla giustizia ufficiale, decide di condurre da solo le indagini per capire i reali motivi che hanno provocato la morte dell’amico. Tuttavia, la scoperta della verità non sarà sufficiente a riportare in lui la serenità di un tempo.

“Potrebbe essere un thriller di denuncia, ma Loach usa il cinema di genere a metà e un po’ come uno specchietto per allodole. Il punto non è cosa è successo a Bagdad, ma cosa accadrà a Liverpool. E l’import-export dell’orrore che ci fa capire cosa accade ogni giorno, qua come là, nelle teste di chi torna (se torna). Anche perché l’elettrico Fergus a sua volta ex-contractor, userà contro gli ex-superiori per cui la guerra è solo un business, gli stessi metodi usati in Iraq. Tortura compresa, in una scena sobria e agghiacciante che mette lui (e noi) su una falsa pista, perché il torturato dice qualsiasi cosa pur di finirla… Così, a differenza che in un qualsiasi thriller teso e rassicurante, qui la verità emerge ma non trionfa. Ogni scoperta conduce a un’altra, peggiore. Ogni passo avanti nell’indagine spinge Fergus un po’ più in basso. Dovevamo esportare democrazia, invece abbiamo importato barbarie. La giustizia è un mito. Non ci sono più eroi, nemmeno negativi. La guerra è dentro di noi. Peccato solo che Loach e il suo fedele sceneggiatore Paul Laverty, malgrado la consueta sensibilità e attenzione per comprimari e sottotrame (…), pur di non accordare un grammo di fascino (e di profondità) ai cattivi della storia, finiscano per creare personaggi un poco simbolici dimostrativi. Come un teorema.” (Fabio Ferzetti, ‘Messaggero’, 20 maggio 2010)

Presentato in concorso al 63º Festival di Cannes (2010).

Domenica 20 novembre – Ore 16,00

I PUFFI

Regia Raja Gosnell. Anno 2011. Durata 90 min. Origine Usa, Belgio. Genere animazione, live-action

Nel tentativo di sfuggire al cattivo stregone Gargamella, i piccoli puffi blu si ritroveranno ben lontani dal loro villaggio ed esattamente arrivano a New York, nel bel mezzo di Central Park. I Puffi dovranno così trovare il modo di ritornare al loro villaggio prima che Gargamella li catturi.

 Giovedì 24 novembre – Ore 21,15

TUTTI PER UNO

Regia Romain Goupil

Anno 2010. Titolo originale Les mains en l’air. Durata 90 min. Origine Francia. Genere drammatico. Attori – Valeria Bruni Tedeschi (Cendrine), Linda Doudaeva (Milana), Jules Ritmanic (Blaise), Louna Klanit (Alice), Hippolyte Girardot (Rodolphe), Romain Goupil (Luc).

Sceneggiatura Romain Goupil. Fotografia Irina Lubtchansky

22 marzo 2067: la 60enne Milana, residente in Francia ma di origine cecena, ricorda i momenti trascorsi nel 2009 con i suoi compagni delle scuole elementari – Blaise, Alice, Claudio, Ali e Youssef – ma soprattutto, come, insieme a loro riuscì a mettere in atto un piano per rimanere sempre uniti ed evitare l’espulsione dal paese per quelli del gruppo, immigrati come lei.

Sono proprio loro, i bambini ad offrire una lezione esemplare di accoglienza, di solidarietà: il loro agire non ha secondi fini se non quello di dimostrare amicizia vera.

“Un film francese, che aggiorna ai tempi di Schengen la tradizione francesissima del cinema sull’infanzia come scuola di libertà. Da Jean Vigo al bellissimo ‘Stella’, passando naturalmente per Truffaut, non si contano infatti i film d’oltralpe che cercano nel mondo dei bambini la traduzione concreta dei principi predicati dalla Rivoluzione francese, libertà, uguaglianza, fraternità. Come se solo l’assoluto naturale dell’infanzia consentisse di praticare quelle virtù fino in fondo. ‘Tutti per uno’ dunque, perché spesso sono i bambini ad avere qualcosa da insegnarci, non viceversa, come provano i piccoli protagonisti del bel film di Romain Goupil. (…) Diviso fra l’orrore delle leggi e lo stupore dell’infanzia, l’emergenza dei sans papiers e l’urgenza del crescere tutti insieme, Goupil segue il suo colorito gruppetto di protagonisti senza mai perdere d’occhio gli adulti, anzi ne registra le incertezze e la cautela, l’indignazione e la tendenza al compromesso. (…) Ma il bello del film è proprio il tono apparentemente svagato con cui segue le peripezie di tutti, adulti e bambini, a scuola e poi in vacanza. (…) Difficile affrontare un problema così logorato dalla cronaca in modo più spiazzante. Come ci ricorda anche il prologo che sospende tutto in un lontano futuro. Quando l’anziana Milana ricorda quegli anni lontani come un’avventura ormai assurda. Successa sotto un Presidente di cui non ricorda più il nome.” (Fabio Ferzetti, ‘Il Messaggero’, 3 giugno 2011)

Presentato in una sezione del 63º Festival di Cannes (2010).

Domenica 27 novembre – Ore 16,00

I PINGUINI DI MISTER POPPER

Regia Mark Waters. Anno 2011. Durata 94 min. Origine Usa. Genere commedia
La vita dell'uomo d'affari Tom Popper cambia improvvisamente dopo aver ricevuto una bizzarra eredità: sei pinguini provenienti dall'Antartico.
 Il suo appartamento di New York si trasforma in un parco divertimenti invernale e la sua carriera rischia di andare a rotoli...

Giovedì 1 dicembre – Ore 21,15

RABBIT HOLE

Regia John Cameron Mitchell

Anno 2010. Durata 90 min. Origine Usa. Genere drammatico.

Attori – Nicole Kidman (Becca Corbett), Aaron Eckhart (Howie Corbett), Dianne Wiest (Nat), Miles Teller (Jason).

Sceneggiatura David Lindsay-Abaire. Tratto da pièce teatrale “Rabbit Hole – La tana del Bianconiglio” di David Lindsay-Abaire (Premio Pulitzer 2007). Fotografia Frank G. DeMarco

Becca e Howie erano felicemente sposati e avevano un bimbo di quattro anni, Danny, morto a causa di un incidente stradale, provocato dal giovane fumettista Jason. I due coniugi hanno cercato di venire a patti con il dolore immergendosi in realtà differenti, ma il tempo e le vicende personali stanno portando entrambi verso un inevitabile allontanamento. Alcune scelte determinanti e la forza del loro amore riusciranno a dare loro il coraggio per elaborare il lutto e trovare la voglia di ricominciare ad affrontare la vita insieme.

“Il dolore di gente comune rendetelo come volete, anche come una redenzione, dato che ha avuto adolescente la perdita di un fratello, ma il terzo film di John Cameron Mitchell è una sorpresa se avete visto i primi. (…) S’innesta anche, promosso dal titolo che cita ‘Alice nel paese delle meraviglie’ (la tana del coniglio bianco in cui cade la bambina), la possibilità d’evadere in un mondo parallelo di controfigure, simulacri di un fumetto inseguito dal ragazzo che ha travolto e ucciso il piccolo Danny davanti a casa. Il resto è silenzio: non servono la famiglia, con accorati consigli alla resistenza, né il nuovo nipote o servizievoli amici che indicano banali uscite di sicurezza. Serve forse il tempo: e su questo tema cecoviano il film, tutto chiuso in una dimensione interiore, si conclude benissimo, con uno scarto poetico in cui si profetizza la cognizione del dolore e il nuovo assurdo, sconosciuto, capitolo: qualcosa faremo… Mitchell non è mai retorico, mai consolatorio, si accuccia in una dimensione patologica rarefatta in ostaggio al grande cast (…), ai suoi silenzi più che alle parole e ci spezza il cuore a nostra insaputa. Fortemente voluto da Mrs. Kidman, tratto dal dramma premio Pulitzer di David Lindsay Abaire che l’ha sceneggiato pronta cassa, il film dimostra la contromossa di Hollywood che ha preso a interessarsi di gente comune. “ (Maurizio Porro, ‘Il Corriere della Sera’, 11 febbraio 2011)

Presentato in concorso alla 5ª edizione del Festival Internazionale del film di Roma (2010).

Nicole Kidman è stata candidata al Golden Globe (nella categoria ‘film drammatico’) e all’Oscar 2011 come miglior attrice protagonista.

 

Domenica 4 dicembre – Ore 16,00

Le avventure di Tin Tin

Anno 2011. Origine Usa, Nuova Zelandia, Belgio. Genere animazione, avventura

Tratto dai fumetti “Le avventure di Tintin. Il segreto del liocorno” e “Le avventure di Tintin. Il tesoro di Rakam il Rosso” di Hergé (ed. Rizzoli Lizard)

Regia e Produzione Steven Spielberg,

Il giovane e intrepido reporter Tintin è alle prese con un enigma legato a un antico tesoro appartenuto a Sir Francis Haddock, antenato di Capitan Haddock. Con l’aiuto di un carcerato in fuga – in passato già sulle tracce del tesoro – Tintin, l’inseparabile cagnolino Milù e il Capitano, insieme ai due Detective pasticcioni Thompson e Thomson e con il supporto scientifico del Professor Calculus, andranno così a caccia del Liocorno, una nave da tempo scomparsa che nasconde il tesoro segreto ed è la chiave di un’antica maledizione…

Note – Primo episodio della trilogia prodotta da Steven Spielberg e Peter Jackson.

Giovedì 8 dicembre – Ore 21,15

OFFSIDE

Regia Jafar Panahi

Anno 2006. Durata 88 min. Origine Iran. Genere commedia.

Attori – Sima Mobarak Shahi (Prima ragazza), Safar Samandar (Soldato), Shayesteh Irani (Ragazza che fuma), M. Kheyrabadi (Soldato)

Sceneggiatura Jafar Panahi e Shadmehr Rastin. Fotografia Mahmoud Kalari

Iran. Una ragazza, per assistere a una partita di calcio, si traveste da uomo e sale sul bus che porta i tifosi allo stadio. Purtroppo, durante le perquisizioni al checkpoint viene scoperta e confinata all’interno di un recinto adiacente allo stadio, dove sono state rinchiuse altre donne, anche loro tifose mascherate sotto abiti maschili. Oltre all’ingiustizia di non poter assistere alla partita, le malcapitate devono sottostare ad una serie di abusi psicologici. Sono costrette infatti ad ascoltare da fuori il tifo dello stadio senza essere al corrente di ciò che accade all’interno, ma, nonostante questo, tenteranno  il tutto per tutto pur di ammirare in azione i giocatori della loro squadra del cuore…

“Lezione di cinema. Questo è – prima di ogni altra cosa – ‘Offside’, soprattutto per noi italiani. Ovvero: come sia possibile realizzare un film sul calcio, rispettando la bellezza del gioco e la passione dei tifosi, ma usando al tempo stesso lo sport più popolare al mondo per parlare, appunto, del mondo. Delle questioni – etiche, politiche, sociali – alla quale la vita ci mette di fronte. Un film serio in cui un gioco sia, appunto, una cosa seria. Poi, naturalmente, ‘Offside’ è molto altro. (..) Teatro dell’assurdo, commedia di costume, dibattito politico, metafora del maschilismo travestito da fede: Panahi mescola tutti questi registri e raggiunge il miracolo di fonderli in un film magico anche nella durata, inferiore ai 90 minuti (più corto di una partita di calcio…). Finora solo gli inglesi, da ‘Looking for Eric’ a ‘II maledetto United’, erano riusciti a rendere il calcio drammaturgicamente così interessante: ma per loro è più facile, il pallone è una loro invenzione, giocano in casa. In Italia dovremmo risalire al vecchio ‘Ultrà’ di Ricky Tognazzi. In quel film, come in ‘Offside’, la partita non si vedeva. Ma quel che là era una confessione d’impotenza – è impossibile ricostruire in modo verosimile una partita sullo schermo – qui diventa la ragione d’essere del film. La partita non si deve vedere, perché i protagonisti – sia le ragazze che i soldati – sono offside. In fuorigioco. Esclusi, in quanto giovani, da una setta di vecchi imam che decidono per loro.” (Alberto Crespi, ‘Il Fatto Quotidiano’, 8 aprile 2011)

Gran premio della Giuria-Orso d’argento al 56° Festival di Berlino (2006).

In programma al 61º Festival di Berlino come proiezione speciale in omaggio al regista Jafar Panahi, giurato del Festival assente a causa di una condanna politica che gli ha impedito di lasciare l’Iran.

 

Domenica 11 dicembre – Ore 16,00

L’ANTERNA VERDE

Regia Martin Campbell. Anno 2011. Durata 114 min. Origine Usa. Genere azione / avventura / aantasy.

Il pilota collaudatore Hal Jordan si trova inaspettatamente investito del potere delle Lanterne Verdi: un corpo speciale di protettori dell’universo. Hal dovrà imparare a gestire il suo nuovo potere prima di scontrarsi con il malvagio Parallax.

 

Giovedì 15 dicembre – Ore 21,15

LA DONNA CHE CANTA

Regia Denis Villeneuve

Anno 2010. Titolo originale Incendies. Durata 130 min. Origine Canada. Genere drammatico.

Attori – Lubna Azabal (Nawal Marwan), Mélissa Désormeaux-Poulin (Jeanne Marwan), Maxim Gaudette (Simon Marwan), Rémy Girard (Jean Lebel)

Sceneggiatura Denis Villeneuve con la collaborazione di Valérie Beaugrand-Champagne. Tratto  dall’opera teatrale omonima di Wajdi Mouawad. Fotografia André Turpin (

Alla morte della madre Nawal, i gemelli Jeanne e Simon Marwan vengono convocati dal notaio Lebel per la lettura del testamento. Lebel, oltre a comunicare loro le ultime volontà di Nawal, consegna ai fratelli anche due lettere, una indirizzata a un padre che credevano morto e l’altra a un fratello di cui ignoravano l’esistenza. Dopo lo shock iniziale Jeanne e Simon partiranno alla volta del Medio Oriente per scoprire il passato della loro famiglia, di cui in realtà non sanno quasi nulla…

“ (…) temi di stretta, perenne attualità per un regista poliedrico ormai conteso dai festival. L’origine teatrale non si ravvisa tanto nell’impianto del film, un’indagine con continui flashback che ricostruiscono un passato misterioso, una vita sui generis per conferire un nuovo significato al presente, quanto nella robusta dose di colpi di scena, progressivi inserimenti di eventi drammatici che fanno convergere i destini di molti dei personaggi con effetti parossistici prossimi alla tragedia classica. L’inizio è folgorante: paesaggio desertico, un manipolo di bambini subisce il taglio dei capelli dai militari in divisa e, sulle note struggenti dei Radiohead, l’intenso primo piano di un bimbo tra turbamento e rancore (…) un crescendo emotivo di oltre due ore di narrazione tesa e compatta.

(…) A legare passato e presente è lo sgomento, la rielaborazione del proprio vissuto da parte degl’ignari fratelli, nati in un clima d’odio e costretti a sopportarne le conseguenze fini all’ideale riappacificazione nel bel finale, grigio come i cieli del Canada, ma rischiarato dalla comprensione e, chissà dal perdono. ( Mario Mazzetti, VivilCinema n° 6 2010)

Menzione speciale alle ‘Giornate degli Autori’ (Venezia 2010).

Candidato all’Oscar 2011 come miglior film straniero.

Candidato al David di Donatello 2011 come miglior film straniero.

 

Domenica 18 dicembre – Ore 16,00

HOP

Regia Tim Hill. Anno 2011. Durata 95 min. Origine Usa. Genere Commedia, Live-Action

Sull’Isola di Pasqua ha luogo la magnifica fabbrica di caramelle del Coniglio Pasquale dove, per 365 all’anno, un gruppo di coniglietti e pulcini preparano i cesti pieni di coloratissime uova e caramelle che i bambini di tutto il mondo ricevono la mattina di Pasqua. Tuttavia, il Coniglio Pasquale è giunto alla vigilia della pensione e il comando dell’azienda di famiglia dovrà passare nelle mani del figlio adolescente, C.P. Il giovane coniglio ha, però, tutt’altra carriera in mente: è deciso, infatti, a perseguire il sogno di diventare un vero batterista e, per realizzare il suo desiderio, fugge dall’isola e vola alla volta di Hollywood….

Giovedì 22 dicembre – Ore 21,15

ANOTHER YEAR

Regia Mike Leigh

Anno 2010. Durata 129 min. Origine Gran Bretagna. Genere Commedia drammatica

Attori – Jim Broadbent (Tom), Ruth Sheen (Gerri), Oliver Maltman (Joe), Lesley Manville (Mary). Peter Wight (Ken), David Bradley (Ronnie).

Sceneggiatura Mike Leigh. Fotografia Dick Pope

La vita di coppia di Gerri e Tom, del loro figlio Joe e dei loro amici si sviluppa nell’arco di un ciclo che passa per le quattro stagioni. Un anno che trascorre tra amori non corrisposti e amori che nascono, speranza e disperazione, gioia e tristezza, gelosia e solitudine. Di sicuro Gerri e Tom raffigurano il matrimonio come un porto sicuro per se, per i propri cari e per le persone vicine, queste ultime quasi alla ricerca del segreto del loro invecchiare armonioso e felice. Per scoprire che forse il segreto è nascosto in quella normalità senza rimpianti che si nutre di amore, di tenerezza, di affetti e di ricordi. Intanto un altro anno è passato…

“L’inizio di ‘ Another Year‘ si riallaccia al film più bello del regista inglese, ‘Il segreto di Vera Drake’, Leone d’Oro a Venezia nel 2004, col volto ostile e sfuggente di Imelda Staunton, che per quel film finse la coppa Volpi per la miglior attrice. Non la vedremo più nel resto del film, ma è anche la chiave per capirlo: la psicologa che non sa più come incrinare il suo rifiuto di curarsi le chiede cosa vorrebbe, e lei risponde, ‘un’altra vita’. Un’altra vita è quella di Gerri e Tom, una coppia sposata da 40 anni che vive in perfetta armonia di gesti, parole e pensieri, dentro l’angusta cucina, la domenica a lavorare insieme nell’orto, i ricordi della giovinezza battagliera in giro per il mondo. Stanno invecchiando serenamente, imbruttendo insieme, continuando ad amarsi e amando il loro buon figlio trentenne. Una vita diversa dalla loro è quella di Mary, collega di Gerri, che trascina la sua bellezza che gli anni stanno spegnendo, nella solitudine, nei rimpianti, nel vino, nelle finta allegria, nelle chiacchiere interminabili, nelle occhiate agli uomini più giovani. Il tempo scorre, primavera, estate, autunno, inverno, il tempo va avanti, va avanti la famiglia, con i suoi fidanzamenti e i suoi morti: un altro anno per tutti, con un futuro per alcuni, e nessuna altra vita per altri (…).” (Natalia Aspesi, ‘la Repubblica’, 16 maggio 2010)

Menzione della giuria ecumenica al 63º Festival di Cannes (2010).

Candidato all’Oscar 2011 per la miglior sceneggiatura originale.

Candidato al David di Donatello 2011 come miglior film dell’Unione Europea.

Candidato al Nastro d’argento 2011 come miglior film europeo.