I Figli di droghieri alla festa della Barriera. Recital su musiche di Fabrizio De André

 Venerdì 2 settembre alle ore 22,00 (ingresso libero), in via Matteotti, 60 – Vigevano – all’interno della Festa della Barriera sarà la volta del recital sull’opera di Fabrizio De André,il cantautore “degli ultimi”, a cura di Luca Casarotti – tastiera e voce, Van Minh Nguyen – percussioni, Vittorio Pietrasanta – chitarra, Nicolò Segreto – chitarra classica, Fabrizio Zanetti – basso.

Su Faber s’è scritto e detto molto. L’anarchico figlio della borghesia colta e agiata che preferiva girare per via prè piuttosto che in Corso Italia, il centro politico di Genova; il padre difficile, l’alcolizzato; l’uomo traboccante umanità e profondità. In nome di de Andrè s’è anche suonato molto: questo recital cade in un anno stracolmo di omaggi e tributi, come ormai sin troppo d’abitudine da quel gennaio del 1999 in cui “u de andrè” se ne è andato. Noi, però, apparteniamo alla generazione immediatamente successiva a quella cui Faber a regalato da vivo le sue canzoni e un pò per questo, un pò per i nostri variegati percorsi musicali sentiamo de Andrè come un’autorità forte, ma assente, quasi spirituale. Il nostro rendergli omaggio quindi non vuol dire fare memorialistica, vuol dire assumerne la lezione ideale e musicale ed in base a quella tentare d’agire. Abbiamo perciò voluto organizzare il recital secondo un principio a lui caro, quello dei concepts, dei temi dominanti. Abbiamo individuato cinque di questi temi e quindi suddiviso in cinque sezioni le canzoni che proporremo raggruppandole in base ad una trattazione tematica affine. Ad ognuna di queste abbiamo dato un titolo, tratto da un verso de andreiano.
Questo il risultato:
– parte prima: figli di pirati e di droghieri. Il ritratto individuale, il ritratto sociale.
– parte seconda: via della povertà. La fenomenologia dell’emarginazione.
– parte terza: il marinaio. Genova, il viaggio, il mare. Parte quarta: signora libertà, signorina anarchia. L’analisi e la contestazione del potere.
– parte quinta: mi sono guardato in uno specchio di neve. L’indagine interiore. Con ciò ci auguriamo che il nostro lavoro appaia coerente e rigoroso e possa voler dire qualcosa nell’universo d’arte che da Faber trae ispirazione.
Figli di droghieri