Giovedì 8 dicembre – Off Side

Spettacoli ore 16,00 e 21,15
Regia Jafar Panahi – Anno 2006. Durata 88 min. Origine Iran. Genere commedia. – Attori– Sima Mobarak Shahi (Prima ragazza), Safar Samandar (Soldato), Shayesteh Irani (Ragazza che fuma), M. Kheyrabadi (Soldato)

Trama: Iran, una ragazza, per assistere a una partita di calcio, si traveste da uomo e sale sul bus che porta i tifosi allo stadio. Purtroppo, durante le perquisizioni al checkpoint viene scoperta e confinata all’interno di un recinto adiacente allo stadio, dove sono state rinchiuse altre donne, anche loro tifose mascherate sotto abiti maschili. Oltre all’ingiustizia di non poter assistere alla partita, le malcapitate devono sottostare ad una serie di abusi psicologici. Sono costrette infatti ad ascoltare da fuori il tifo dello stadio senza essere al corrente di ciò che accade all’interno, ma, nonostante questo, tenteranno  il tutto per tutto pur di ammirare in azione i giocatori della loro squadra del cuore…

“Lezione di cinema. Questo è – prima di ogni altra cosa – ‘Offside’, soprattutto per noi italiani. Ovvero: come sia possibile realizzare un film sul calcio, rispettando la bellezza del gioco e la passione dei tifosi, ma usando al tempo stesso lo sport più popolare al mondo per parlare, appunto, del mondo. Delle questioni – etiche, politiche, sociali – alla quale la vita ci mette di fronte. Un film serio in cui un gioco sia, appunto, una cosa seria. Poi, naturalmente, ‘Offside’ è molto altro. (..) Teatro dell’assurdo, commedia di costume, dibattito politico, metafora del maschilismo travestito da fede: Panahi mescola tutti questi registri e raggiunge il miracolo di fonderli in un film magico anche nella durata, inferiore ai 90 minuti (più corto di una partita di calcio…). Finora solo gli inglesi, da ‘Looking for Eric’ a ‘II maledetto United’, erano riusciti a rendere il calcio drammaturgicamente così interessante: ma per loro è più facile, il pallone è una loro invenzione, giocano in casa. In Italia dovremmo risalire al vecchio ‘Ultrà’ di Ricky Tognazzi. In quel film, come in ‘Offside’, la partita non si vedeva. Ma quel che là era una confessione d’impotenza – è impossibile ricostruire in modo verosimile una partita sullo schermo – qui diventa la ragione d’essere del film. La partita non si deve vedere, perché i protagonisti – sia le ragazze che i soldati – sono offside. In fuorigioco. Esclusi, in quanto giovani, da una setta di vecchi imam che decidono per loro.” (Alberto Crespi, ‘Il Fatto Quotidiano’, 8 aprile 2011).