Film sulla storia del movimento operaio

L’Associazione culturale Punto Rosso, sezione Rosa Luxemburg di Vigevano presso la Cooperativa Portalupi (via Ronchi Sforzesca) organizza un ciclo di tre film sulla storia del movimento operaio e sulla lotta per la liberazione dallo sfruttamento.

Dalla famosa frase di Rosa Luxemburg – in questi tempi di crisi più che mai attuale – l’“ispirazione” per proporre tre pellicole che raccontano il mondo delle donne e degli uomini che hanno vissuto le grandi esperienze della lotta per l’emancipazione, passando attraverso gli entusiasmi e le tragedie che hanno segnato il XX secolo.

 

Domenica 29 aprile – Ore 20.45

CALLE SANTA FE

Anno: 2007. Nazionalità: Cile, Francia, Belgio. Genere: Documentario. Regia: Carmen Castillo. Durata: 163 minuti

È una voce di donna ad accompagnarci in Calle Santa Fe. Descrive

un paesaggio a lei familiare, ma allo stesso tempo sconosciuto.

Familiare, perché è lì che la donna, Carmen Castillo, ha vissuto in

clandestinità per molti mesi dopo il golpe militare cileno del 1973 che

portò al potere Pinochet; è lì che il suo compagno Miguel Enriquez,

leader del Mir (Movimento della sinistra rivoluzionaria) fu ucciso dai

militari della nuova dittatura. Ma questa strada è ormai diventata

sconosciuta poiché Carmen, dopo l’assassinio del compagno, non vi

è più ritornata per molti anni, costretta ad un esilio forzato a Parigi.

Calle Santa Fe racconta molte storie: quella privata di Carmen e

del suo compagno Miguel, ma anche la storia di una generazione

di rivoluzionari, di un modo di agire politico, di un paese lacerato e

ferito.

Un documentario autobiografico in cui Carmen ripercorre gli anni

della lotta armata e dell’esilio, dando allo spettatore la possibilità di

riflettere sulle atrocità dei conflitti.

Il film ha ricevuto il “Premio Altazor 2008 per le Arti Audiovisive”.

 

Domenica 6 maggio – Ore 20.45

GOODBYE LENIN

Anno: 2003. Nazionalità: Germania. Genere: Commedia. Regia: Wolfgang Becker. Cast: Daniel Brühl, Katrin Sass, Chulpan Khamatova, Florian Lukas. Durata: 118 minuti

Un film divertente, coinvolgente e toccante che riesce a raccontare la

storia con la “S” maiuscola in maniera semplice, da una prospettiva

privata. Tutte le contraddizioni della realtà del socialismo della

Germania dell’est si concentrano in quel piccolo appartamento della

famiglia Kerner. Lo sfondo storico-sociale è sempre presente nel film,

ma non si mette mai in primo piano.

Il regista ha vissuto quel passaggio storico sulla propria pelle, ma non

dà nessuna comoda formula interpretativa, non prende posizione. Il

film conquista lo spettatore non solo per la semplicità, ma anche per la

sua imparzialità: vuole semplicemente raccontare un pezzo di storia.

Wolfgang Becker ha realizzato un film che parte da una commedia

familiare per arrivare ad alcune riflessioni sul senso della storia.

Tutto unito da una lieve ironia. Un’impresa non facile, ma pienamente

riuscita.

Il film ha ricevuto numerosi riconoscimenti e premi, tra cui il “Blauer

Engel” alla Berlinale come miglior film europeo.

 

 

DOMENICA 13 MAGGIO – ORE 20,45

LA BELLA UTOPIA

Anno: 2007. Uno spettacolo di Moni Ovadia con Moni Ovadia, Lee Colbert, Maxim Shamkov e con la Moni Ovadia Stage Orchestra. Durata: 180 minuti.

Il sottotitolo de “La bella utopia” è chiaro: lavoratori di tutto il mondo ridete. L’ironia è la chiave più immediata per questo spettacolo politico che ripercorre gli albori e la degenerazione del “sogno comunista” nella sua patria d’origine. Ovadia e la Moni Ovadia Stage Orchestra conducono il pubblico in un viaggio privo di retorica attraverso la musica, le immagini, le parole dei protagonisti di quello che l’autore stesso de?nisce un sogno di riscatto ?nito come una svendita.«La “bella utopia” – scrive Moni Ovadia – è un titolo dolorosamente ironico per evocare quella che fu la più epica utopia di redenzione mai concepita dell’essere umano nell’autonomia del proprio cammino verso se stesso, senza fare appello al trascendente: il comunismo. Quel sogno mobilitò l’impegno generoso, le energie titaniche e i sacri?ci altruisti di milioni di donne e uomini su tutto il pianeta. I comunisti furono motore di lotte eroiche per il riscatto degli umili e degli oppressi, per la liberazione dei popoli e l’emancipazione delle minoranze perseguitate. “La bella utopia” si propone, nei suoi limiti di rappresentazione scenica, di restituire profondità e dignità agli esseri umani, comunisti e non, che ebbero la sorte di nascere ed esistere nelle Russie Sovietiche». Uno spettacolo che trasmette il senso di come fu lo stalinismo, e non il comunismo come progetto ideale e concreto di emancipazione, a forgiare quella degenerazione che rappresentò una catastrofe storica, innanzitutto per le migliaia e migliaia di comunisti uccisi