Emancipazione vera per i disabili

Una chiara richiesta di assistenza quella che è partita da Massimo Sigolotto, paraplegico da 7 anni, per alleggerire la vita dei disabili neuro e motulesi, ovvero coloro che sono relegati su una carrozzina, «c’è un forte bisogno di creare una struttura per paraplegici, tetraplegici ed emiplegici, i quali data la loro situazione necessitano di interventi per sopperire le loro, o meglio le nostre, esigenze quotidiane. – ha ammesso Sigolotto – L’idea che abbiamo avuto è quella di creare una specie di casa-famiglia per disabili con lesioni spinali».

La richiesta nasce dal fatto che soggetti come Massimo anche se per diritto godono di pensioni di accompagnamento e di invalidità, spesso non riescono a sostenere le spese di un infermiere fisso che operi presso il loro domicilio, fatto che grava sulla loro serenità ma anche su quella dei familiari, ancora di più se quest’ultimi sono anziani genitori. Il progetto dunque prevede l’individuazione di un’apposita struttura di accoglienza diurna dotata di locali senza barriere architettoniche e provvisti di bagni per disabili, un luogo che sia nucleo per tali soggetti garantendo un presidio giornaliero e qualificato con la presenza di un responsabile fisso e di un infermiere a tempo pieno, oltre al contributo saltuario di un medico e di un terapista della riabilitazione, senza dimenticare un apposito servizio di trasporto ed un personale ausiliario per le pulizie. Struttura che, a detta del Presidente dell’A.I.A.S. (Associazione Italiana Assistenza agli Spastici) Franco Cappai, manca, come scarseggiano inoltre luoghi per la neuropsichiatria, la fisioterapia, la logopedia.

Alla pretesa di un simile centro si aggrega anche Clelia, madre di Luca Barisonzi il giovane militare ferito in Afghanistan che resterà paralizzato, «in questi ultimi mesi – ha affermato la signora Clelia – mi sono resa conto di quanta gente sia costretta sulla carrozzina: il mondo delle persone “sedute” è parallelo a quello degli uomini “in piedi”. La battaglia per superare l’incidente di Luca sarà lunga e dura, la lesione è notevole e non sappiamo come si evolverà la faccenda ma è importante non perdere mai la fiducia e questo progetto – ha concluso – che si lega alla storia di mio figlio, è una splendida idea e spero che Luca possa usufruirne». Per ora infatti di pragmatico non c’è ancora nulla se non che l’amministrazione comunale e l’ASL hanno dato il loro appoggio a questo proposito e le promesse per un forte impegno non sono mancate da parte del vice-sindaco Andrea Ceffa, come dal direttore responsabile dell’ASL di Pavia Giorgio Scivoletto.

Per chiunque sia dell’idea che è giunto il momento di un’emancipazione vera per i disabili con lesioni spinali può direttamente contattare Massimo Sigolotto via e-mail (massimo.sigolotto@gmail.it) oppure via telefono ai numeri 347-8843040 o 0381-326471, è importante infatti che si attivino più persone possibili, in carrozzina o normodotate, così da avere una quantità di gente tale da permettere la nascita di un’associazione peculiare ed una più rapida ricerca di una struttura adeguata nonché di risorse economiche; perché rimanere paralizzati è si una cosa che capita ma come ha suggerito Sigolotto: «è una cosa che capita ai vivi che vogliono ricordarsi sempre di esserlo».