Domenica 25 Aprile: Cuccioli – Il codice di Marco Polo

Maga Cornacchia vuole prosciugare Venezia, la città che l’ha vista umiliarsi pubblicamente da giovane e venire bandita dall’ordine dei maghi. Ora che ha preso dimora nel palazzo della magia sull’Himalaya possiede le conoscenze per farlo, le basta solo ritrovare il Codice di Marco Polo, l’unico strumento in grado di fermarla. A meno che i Cuccioli non arrivino prima di lei. Richiamati da ogni dove dal cane Portatile, infatti, la gatta Olly, il coniglio Cilindro, la papera Diva, la rana Pio e il pulcino Senzanome si riuniscono sulla laguna per fermare la maga Cornacchia e i suoi scagnozzi e salvare la città di Marco Polo.
Nato dal progetto televisivo omonimo, targato Rai Fiction, esportato in mezzo mondo e giunto ormai alle soglie della quinta stagione, Cuccioli è quasi un parto indotto, obbligato dal successo. Il team degli autori, tuttavia, non sottovaluta il salto dimensionale e per il grande schermo sceglie un’ambientazione ambiziosa – una città sull’acqua, da sempre l’elemento che più sfida chi si occupa di animazione – e una storia intricata al punto giusto.
Come avviene spesso negli episodi televisivi, l’avventura cerca una base storica, che in questo caso è la figura di Marco Polo, per soddisfare una necessità di interesse sovranazionale e forse una finalità didattica, anche se poi s’incanala sul binario della caccia al tesoro, buono per ogni contenuto o quasi. L’originalità non regna sovrana e non è un problema di budget ma di penna, si distingue però il personaggio di Senzanome che, non sapendo parlare, costringe se stesso e gli autori ad un’efficace sforzo d’inventiva. Non male anche la maga Cornacchia, questa volta per il simpatico lavoro della “voce”, Paola Giannetti.
Ispirati da un’idea di racconto senza fronzoli, che non distragga i piccoli spettatori dalla trama, i fratelli Manfio sembrano non voler giocare con siparietti e gags, salvo poi sistemare in coda un lungo scambio tra Diva e Cilindro in un supermercato e infarcire il film di citazioni – dai Blues Brothers all’Era Glaciale passando per Indiana Jones e 007 – per rimarcare lo specifico del nuovo mezzo di riferimento, in maniera non fastidiosa ma senz’altro superficialotta. Più interessante, invece, è la strada del coinvolgimento del pubblico, che il film testa a più riprese ma timidamente, senza optare per una richiesta continua, che sarebbe stata più rischiosa ma anche meno disomogenea.
Affiatati tra loro e sicuri dell’affetto di migliaia di bambini, i Cuccioli si presentano sullo schermo vantando uno status da stars (Olly a Chicago, Diva a Parigi, Cilindro a Hollywood, Pio al “Grande Nasello”) ma la verità è che stanno posando per una prova tecnica di trasmissione, un provino. Lo superano, ma senza lode.