Da Civiltà Vigevanese – La vergogna del Consiglio Comunale di Vigevano

consiglioQuella che segue è la cronaca semi-seria del vergognoso spettacolo del Consiglio Comunale di Lunedì 28 Settembre che si è “occupato” della mozione a favore dell’acqua pubblica di Civiltà Vigevanese, sostenuta da 5000 firme. Cronaca semi-seria in quanto risulta difficile raccontare in maniera diversa il surreale spettacolo-farsa a cui alcuni dei personaggi che siedono in quell’Aula hanno dato luogo.

Si inizia con il presidente del consiglio comunale, che dopo aver letto il testo di mozione specifica che dedicherà alla discussione esattamente 2 ore, non un minuto di più. E’ già tanto che ci danno la possibilità di parlarne, che diamine!
Ringraziando il presidente Marino Cividati per l’umanità e la magnanimità concessa nel dedicare ben 2 ore del loro prezioso tempo a 5000 cittadini preoccupati, ci apprestiamo a seguire il dibattito.

Doverosa e fondamentale premessa: nella riunione dei capigruppo che precede questo Consiglio Comunale, i membri della minoranza chiedono che a relazionare la mozione delle famose 5000 firme fosse, giustamente, uno dei promotori del documento, cioè un membro di Civiltà Vigevanese, se non altro perché i più informati e preparati sulla materia. Risultato? Ovviamente un NO secco, alla faccia dell’apertura democratica e della trasparenza, invocata sul finire del dibattito dalla maggioranza. Ma procediamo con ordine.

A seguito di questa decisione, la nostra mozione viene “relazionata” all’aula dall’ass. Merlo, il quale cita più volte la pacifica coesione tra tutti i sindaci della provincia su questa decisione ed invoca il rispetto rigoroso della legge come ostacolo ad una eventuale scelta differente, cosa peraltro completamente falsa. Ma soprattutto, quasi senza rendersene conto, il buon Mago Merlino offre un assist involontario ai propri oppositori dicendo che, se si tornasse indietro, e quindi si ritirasse il nostro conferimento di capitale da Pavia Acque s.r.l., il processo sarebbe oneroso ed il costo ricadrebbe sui cittadini. Traduzione: “potremmo tornare indietro, ma ormai la cappella l’abbiamo fatta e cambiare idea ci costerebbe troppo!”.

In prima fila, schierati a difesa della giunta, lo spiegamento di forze dei cosiddetti tecnici, ormai una specialità di questa amministrazione: quando i vari Cotta & Company sono in difficoltà a replicare a qualche questione spinosa, ecco che spuntano i famigerati tecnici super-partes, che altro non sono se non persone che prendono uno stipendio in funzione del progetto che guidano, e che quindi tendono per forza di cose a difendere. Ecco difatti i vari Tedesi, Acciaioli e Maggi pronti a fare da scudo all’amministrazione. Ma su questi personaggi torneremo più tardi.

Dopo l’introduzione di Mago Merlino, il consigliere Guarchi (Rif. Com.) pone subito la discussione dentro i giusti limiti: la questione è politica, non tecnica: l’acqua è bene primario ineludibile e non privatizzabile. Sarebbe più oneroso per i Vigevanesi uscire da Pavia Acque o proseguire sulla strada dell’aumento delle bollette per i prossimi decenni?

Seguono interventi dei vari esponenti della minoranza locale: tra gli altri si nota la solita ironia di Beppe Bellazzi (Polo Laico), che prova a mettere in difficoltà a suo modo gli argomenti della giunta, e paradossalmente, Daniele Semplici, autore di un intervento che, al di là di alcune digressioni e cadute di tono, pone al centro la partecipazione dei cittadini alla politica, l’importanza delle 5000 firme di cittadini preoccupati e la critica feroce dello stile autoritario ed autoreferenziale di questa amministrazione.

Piovono applausi. E subito, lesto e tempestivo, l’intervento di Cividati a sentenziare che in aula è proibito applaudire e che il Consiglio è degli eletti. Inutile dire che il povero presidente viene prontamente subissato di proteste dal pubblico e ridicolizzato dal grido: “il Consiglio Comunale è del Popolo!”. Da quel momento in poi, il solerte Cividati non interverrà più a sedare alcunché.

Ma, al di là di queste parentesi ispirate, esprimiamo profonda preoccupazione per la pochezza assoluta dell’opposizione consiliare, che si distingue per la pessima preparazione sull’argomento e la scarsa capacità di incidere con i propri interventi. E’ anche a causa loro che la premiata ditta Cotta & Merlo ha potuto fare il bello ed il cattivo tempo sulla nostra città.
Qualche eccezione esiste, qualcuna anche pregevole, ma è troppo poco.

Come da copione gli interventi della maggioranza chiamano magistralmente in causa i mitici “tecnici”, i quali addormentano completamente il dibattito, e adducono dati incompleti, fuorvianti e, ovviamente, a favore della “Merlinesca” teoria. Ma chi sono costoro? Presentiamoli!

Claudio Tedesi: già direttore generale di ASM Vigevano, ora dirottato verso la direzione di ASM Pavia, guarda caso l’Azienda Municipalizzata che ha più interessi nella riuscita del progetto Pavia Acque: ASM Pavia chiude da anni in passivo i propri bilanci, a causa della decennale pessima gestione, di stipendi esorbitanti e assunzioni clientelari. Ora le passività del ramo acqua di ASM Pavia verranno ripianate in Pavia Acque, anche grazie agli ottimi bilanci di ASM Vigevano, una virtù frutto dei nostri decennali sforzi. Mr. Tedesi è stato anche uno dei protagonisti del progetto centrale diesel alla Morsella, in piena coesione con la giunta Cotta.
Luigi Maggi: già presidente del CdA di Broni-Stradella spa, guarda caso l’unica ex-municipalizzata partecipata, con quote di minoranza, da una miriade di privati, da privati cittadini ad agenzie di pompe funebri. Il buon Maggi (un passato come Margherito, ora iscritto al PD) è stato premiato per il suo impegno con la poltrona di presidente di Pavia Acque.
Concludiamo in bellezza con Giampiero Acciaioli, direttore generale dell’AATO di Pavia, fautore della cosiddetta sussidiarietà tra comuni, con i più grandi che aiutano i più piccoli; strano concetto di sussidiarietà questo per cui tutti, e ripetiamo tutti, i comuni della Provincia di Pavia subiranno aumenti in bolletta dal 5 a più del 100%. Mah! Da notare che il misericordioso Acciaioli parla solo degli aumenti tariffari, esigui, del 2009/2010, scordandosi di rendere nota l’intera tabella degli aumenti che prevede il raddoppio secco delle tariffe in 5 anni. Proprio smemorato questo Acciaioli!

Ma ecco il capolavoro della maggioranza: rinvigoriti dalla “squadra-tecnici”, ecco Ceffa (Lega) e Cavarsaschi (PdL) scagliarsi contro i mistificatori di Civiltà Vigevanese, colpevoli di aver raccolto 5000 firme ingannando i poveri ignari cittadini, tra cui anche il suocero del suddetto Cavarsaschi.
Ora, non intenderanno mica dire, questi personaggi, che tutti i Vigevanesi sono così labili e circuibili, oltreché stupidi, da andare in giro ad apporre la propria firma al primo che passa? Intendevano questo Ceffa e Cavarsaschi? Chi sa leggere tra le righe…

Abbiamo una succosa news per l’On. Dott. Avv. Sig. Cavarsaschi: tra le nostre 5000 firme c’è anche quella del suo collega di partito e consigliere comunale del Popolo della Libertà, Sacchi. Abbiamo forse circuito anche lui?
Intanto il clima in aula si scalda e si arriva all’apoteosi: Cavarsaschi si alza dal proprio banco sventolando il giornale La Barriera (sì, proprio come Berlusconi con l’Unità) ed inveendo contro Fiorella Valvo, impossibilitata a difendersi, la quale aveva scritto della vergognosa arroganza con cui questa Giunta continuava ad ignorare le 5000 firme depositate da mesi.

Ebbene sì, l’arroganza con cui questi signori si permettono di fare ciò che vogliono ignorando il volere popolare, boicottando una mozione supportata da 5000 firme, impedendo a chi l’ha scritta di parlare ed esporre i propri dati, ed insultando, dai propri banchi istituzionali chi, non avendo diritto di parola, non può difendersi, è sicuramente qualcosa che si può definire vergognoso!

Sottolineiamo inoltre il fatto che se non avessimo lanciato qualche settimana fa il nostro “allarme democrazia”, invocando l’intervento del prefetto, probabilmente questa mozione non avrebbe neanche visto la luce in Aula Consiliare.

Si chiude con la farsa finale: Cividati mette ai voti la mozione. C’è un problema: all’ordine del giorno c’è solamente una discussione e, a norma di regolamento, una discussione non può essere votata. Grande smarrimento nei banchi dell’opposizione, urla dal pubblico, con il risultato che la mozione viene bocciata 18 a 11, con Pizzi (Socialisti) che nella concitazione generale non alza neanche la mano a favore.

Giù il sipario. Si è concluso l’ennesimo svilimento della democrazia cittadina. Applausi.