Corte dei Conti: corruzione e frodi sono patologie della pubblica amministrazione

Il procuratore generale della Corte dei Conti, Mario Ristuccia, nel corso del suo intervento all’inaugurazione dell’anno giudiziario svoltasi a Roma martedì 22 febbraio, ha sostenuto che la corruzione e le frodi rappresentano “patologie” che affliggono la pubblica amministrazione. Il magistrato ha fornito anche alcuni dati. Nel corso del 2010 sono stati denunciati 237 casi di corruzione, un aumento del 30,22%, 137 episodi di concussione e i 1.090 di abuso d’ufficio. “Si nota una rimarchevole diminuzione delle denunce che potrebbe dare conto di una certa assuefazione al fenomeno verso una vera e propria ‘cultura della corruzione. Allo stesso tempo – sottolinea Ristuccia – estesi settori della pubblica opinione chiedono al Governo e al Parlamento forti e duraturi interventi perché sia data attuazione alla norma già prevista nella finanziaria del 2007 sulla confisca e il riutilizzo sociale dei patrimoni sottratti ai corrotti e l’adeguamento dei nostri codici alle leggi internazionali anticorruzione”. Sono gli stessi temi sui quali Avviso Pubblico e Libera hanno lanciato una campagna nazionale che si prefigge di raccogliere 1,5 milioni di firme.

Per la magistratura contabile “i positivi risultati connessi allo svolgimento di incisive ed estese indagini giudiziarie sono assolutamente temporanei ed effimeri, se non accompagnati da un’adeguata politica di prevenzione che miri a cambiare il quadro di riferimento che ha resto possibile i comportamenti corruttivi”.

Critiche sono state espresse anche rispetto al disegno di legge che intende modificare la disciplina delle intercenttazioni. Ha affermento Ristuccia: “Non appaiono indirizzati a una vera e propria lotta alla corruzione il disegno di legge governativo sulle intercettazioni che costituiscono uno dei più importanti strumenti investigativi utilizzabili allo scopo, e neppur l’aver dimezzato con la cosiddetta legge Cirielli del 2005 i termini di prescrizione per il reato di corruzione ridotti da 15 a 7 anni e mezzo, con il risultato che molti dei relativi processi si estingueranno poco prima della sentenza finale, sebbene preceduta da una o due sentenze di condanna e con conseguenze ostative per l’esercizio dell’azione contabile sul danno all’immagine”