Civiltà Vigevanese: analisi politica del voto

Cerchiamo di analizzare in maniera analitica i dati usciti dalle urne.

Il grande risultato di Civiltà Vigevanese. Ebbene sì, è questo l’unica vera novità che esce dalle urne, soprattutto dopo il voto delle regionali. La nostra coalizione sfonda nell’elettorato, guadagnandosi un ottimo 14,5%, a pochi decimi di punto dal Partito Democratico. Nessuno tra gli addetti ai lavori si aspettava un risultato del genere, tranne ovviamente chi, da diversi mesi a questa parte, ha dedicato anima e corpo allo straordinario percorso di Civiltà Vigevanese, sacrificando amicizie, lavoro, tempo libero, e senza la promessa di nessuna contropartita. Dai dati in nostro possesso risultava addirittura che Civiltà Vigevanese avesse la possibilità di guadagnare almeno altri 4-5 punti percentuali. Tuttavia, il risultato fuori da ogni proporzione della Lega Nord, la cui “operazione-verginità” (di cui parlo nel prossimo paragrafo) ha funzionato perfettamente, ha impedito a Civiltà di intercettare ulteriori consensi in uscita dal Pdl e dall’area del non-voto.

La Lega e il voto di protesta. L’exploit della Lega, che nessuno si aspettava a questi livelli, è in parte dovuto al fatto che non sono stati riconosciuti responsabili dei 10 anni di Giunta Cotta che i vigevanesi hanno comunque deciso di punire. Infatti il Pdl subisce una perdita di più di 10 punti percentuali rispetto al risultato delle europee del 2009, perdita che aumenta al 12% se si considerano i voti al candidato Sindaco e non alla lista. La Lega invece, tramite una furba campagna elettorale, durante la quale ha disconosciuto tutte le scelte compiute in 10 anni di governo (e aiutata in questo anche da una stampa non propriamente “aggressiva” o perlomeno “ficcante”), è riuscita nell’impresa di riguadagnarsi una verginità agli occhi dei cittadini. Ecco quindi che, grazie anche ad alcune studiate parole d’ordine populiste, il malcontento e la rabbia dei vigevanesi, che comunque si percepiva nei sondaggi pre-elettorali, si è incanalato in toto verso il partito di Sala. A tutta questa operazione ha sicuramente giovato il particolare momento di difficoltà economico-sociale, momento durante il quale l’elettorato è più propenso a ragionare con la “pancia”, e più sensibile a parole d’ordine forti che vanno nel senso della difesa dei propri interessi particolari.

Il voto disgiunto. Questo è un dato estremamente interessante: infatti gli unici due Candidati Sindaci che ne hanno beneficiato sono Carlo Santagostino di Civiltà Vigevanese e Andrea Sala della Lega, che hanno portato rispettivamente alle proprie liste un valore aggiunto dello 0,6% e del 3%. Invece subiscono maggiormente questo strumento gli altri due candidati principali, ovvero Michele Bozzano (PD + IDV) con un -0,8%, e Antonio Prati (PdL) con un secco -2,2%. Questo dimostra l’importanza della scelta di un candidato Sindaco credibile, che deve essere gradito prima di tutto al proprio elettorato di riferimento, e capace di attrarre ulteriori consensi. Cosa che ne Bozzano ne Prati sono stati in grado di fare.

I voti di preferenza. Anche questo è un dato molto importante. Infatti Civiltà Vigevanese si dimostra, tra tutte le liste in gara, quella con il più alto rapporto tra voti di lista e preferenze espresse, con un rapporto pari a o,50. In pratica 1 elettore su 2 che vota Civiltà esprime anche la preferenza per un candidato. Questo è un dato estremamente significativo, perchè è indice di un rapporto vero e stretto con il proprio elettorato, che si riconosce e si interfaccia con i candidati, e con il territorio. Quindi dopo l’exploit di Carlo Santagostino, questo è sicuramente il secondo succcesso più importante per Civiltà. Deludente invece il rapporto del PD (o,32), che dimostra che il voto a questo partito è dovuto in gran parte ormai solo al traino mediatico-nazionale, e molto meno al valore della lista ed al rapporto dei candidati con i propri concittadini. Il basso rapporto di preferenze della Lega (0,27) non indica tuttavia uno scarso rapporto sul territorio con il proprio elettorato, il quanto l’esponente più riconoscibile del partito era il candidato Sindaco, che infatto ha beneficiato del voto disgiunto. Discretamente bene invece il PdL, con lo 0,43.

Eugenio Felline