Caselli e Colombo: la forza delle idee per affermare la legalità

caselli2Il 21  22 luglio sono state serate importanti per chi ha partecipato ai due dibattiti con Giancarlo Caselli e Gherardo Colombo presso la Festa in Comune di Vigevano. Scusate la presunzione ma siamo convinti che siano stati due momenti importanti, di crescita per la nostra città sempre più addormentata e pigra. Non capita spesso, infatti, di poter ascoltare dal vivo due delle personalità principali del mondo della magistratura italiana, anche se Gherardo Colombo da un paio di anni ha spostato il suo impegno verso la formazione dei giovani ai principi della Costituzione.
La sera di martedì 21 luglio è iniziata con una contestazione a Giancarlo Caselli da parte di uno sparuto gruppetto di contestatori dell’area dei centri sociali che da qualche settimana seguono, per contestarlo, il Procuratore generale di Torino Giancarlo Caselli, a seguito della vicenda dei 21 arresti di no global nel capoluogo piemontese. Lo stesso Caselli ha chiuso l’inconveniente con una battuta che vale come mille discorsi: <<quando combattevo le BR mi chiamavano fascista, da un po’ di anni mi sento dare del comunista, oggi siamo tornati al fascista!>>. Probabilmente queste accuse “altalenanti” sono la prova che quando la legge viene applicata uniformemente da fastidio sia a destra che a sinistra.
Tornando alle serate con Caselli e Colombo, la cosa che ci ha maggiormente colpito è stata la forza, il coraggio e la costanza di questi due uomini dello Stato che non hanno mai abbandonato o modificato i loro valori pur di perseguire l’obiettivo della legalità. Anche ciò che ha raccontato Caselli a proposito dell’importanza dei pentiti nella guerra alla mafia ha smantellato in pochi minuti le fandonie di molti che, perseguendo altri fini, reputano inutili e false le confessioni dei cosidetti collaboratori di giustizia. Per non parlare della legge, già approvata in un ramo del Parlamento, sulle intercettazioni telefoniche. Caselli l’ha paragonata agli stumenti diagnostici che può avere un medico. Cosa  potrebbero fare chirurghi e specialisti se non potessero utilizzare i raggi x, le Tac e le Risonanze magnetiche? Dovrebbero tornare al vecchio “dica 33” e ai polpastrelli pigiati sulla schiena del paziente. Non poter utilizzare le intercettazioni telefoniche equivarrebbe tornare a 100 anni fa e quindi a perdere il confronto con la malavita che, al contrario, si evolve sempre più rapidamente. Per ciò che concerne la presenza mafiosa nel nord Italia Caselli ha lanciato l’ennesimo grido d’allarme nei confronti di amministratori di grandi e piccole città suggerendo di smettere di pensare che la mafia sia soltanto un fenomeno tipico di alcune regioni d’Italia ma ormai si è allargata a macchia d’olio raggiungendo anche l’operosa Lombardia, il Piemonte ecc.
Gherardo Colombo invece ha intrattenuto il pubblico con alcuni aneddoti sul suo passato di Magistrato del pool Mani Pulite facendolo riflettere su alcuni atteggiamenti di noi Italiani che, pur apparendo innocenti, (come per esempio parcheggiare in divieto di sosta) segnano invece il principio di un processo che può portare a confondere ciò che è legale da ciò che non lo è. E questi comportamenti, raccolti attraverso l’esperienza che sta vivendo a contatto con gli studenti delle scuole italiane, non è vero che sono intrinsechi nei giovani ma sono piuttosto il frutto di un’educazione all’illegalità tramandata dai genitori che invece di fornire esempi virtuosi cercano spesso scorciatoie discutibili alla risoluzione dei problemi.