44 siti contaminati in Italia

Uno studio rivela zone a maggior rischio tumore in 44 siti contaminati sparsi in tutta la penisola italiana.

I SITI A RISCHIO TUMORE – Si chiamano Sin (Siti d’interesse nazionale) e sono stati mappati nell’ambito del Progetto Sentieri, acronimo che sta per Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento. L’elenco completo dei siti è uscito in allegato all’ultimo numero della rivista “Epidemiologia e Prevenzione”, pubblicata dall’Associazione italiana di epidemiologia, e vi hanno lavorato esperti dell’Istituto superiore di sanità, della sede di Roma dell’Organizzazione mondiale della sanità e dell’Università La Sapienza.

44 SITI IN TOTALE – Le statistiche, fornite dall’Associazione italiana registro tumori (Airtum), sono state il punto di partenza per un convegno che si è tenuto il 16 marzo a Catanzaro e che è stato organizzato dall’Arpacal. Dei 44 Sin, di cui Ilsussidiario.net è in grado di pubblicare, grazie alla collaborazione di Airtum, in anteprima esclusiva online l’elenco completo, 15 si trovano al sud, 21 al nord e otto al centro. I residenti in prossimità di queste aree sono in tutto 5 milioni e mezzo.

LA TOP TEN DEI “SIN” – Molto varia l’estensione dei Sin: la maggior parte si limita a un solo Comune, ma alcuni ne coprono diversi e in un caso arrivano addirittura a 77. Secondo l’Airtum, è il caso del litorale Domizio Flegreo, nelle province di Napoli e Caserta, dove si trova una discarica abusiva di rifiuti urbani e industriali, che avrebbe inquinato anche la falda superficiale e le acque dei bacini lacustri. Il Sin di Casale Monferrato (Alessandria) include invece 48 Comuni contaminati dall’amianto. Si trova invece tra le province di Carbonia Iglesias, Cagliari e Medio Campidano il sito di Sulcis, Iglesiente e Guspinese, dove 39 Comuni sarebbero stati messi a rischio da un impianto chimico, alcune miniere e una discarica. A Cengio e Saliceto, tra le province di Savona e Cuneo, 32 Comuni sarebbero minacciati da diversi fattori tra cui un’industria di produzione dei coloranti. Le aree del litorale vesuviano, che includono 11 Comuni nel Napoletano, avrebbero problemi legati invece all’amianto e a una discarica. Nei nove Comuni del bacino idrico fiume Sacco si trova un impianto chimico, come pure nelle aree industriali Val Basento tra Potenza e Matera. Nella laguna di Grado e Marano (Udine/Gorizia) ci sono un impianto di produzione della cellulosa e la darsena, a Sassuolo-Scandiano (Modena/Reggio Emilia) delle fabbriche per la lavorazione della ceramica e nel basso bacino del fiume Chienti (Fermo) un’industria calzaturiera.

L’ELENCO COMPLETO DEI SITI A RISCHIO – Ecco di seguito l’elenco completo dei siti, pubblicato in anteprima esclusiva on-line da Ilsussidiario.net: Aree industriali Val Basento (Potenza/Matera), aree industriali Porto Torres (Sassari), aree litorale vesuviano (Napoli), bacino idrico fiume Sacco (Roma/Frosinone), Balangero (Torino), Bari – Fibronit, basso bacino del fiume Chienti (Fermo), Biancavilla (Catania), Bolzano, Brescia Caffaro, Brindisi, Broni (Pavia), Casale Monferrato (Alessandria), Cengio e Saliceto (Savona/Cuneo), Cerro al Lambro (Milano), Cogoleto-Stoppani (Genova), Crotone-Cassano-Cerchiara (Crotone/Cosenza), Emarese (Aosta), Falconara Marittima (Ancona), Fidenza (Parma), Gela (Caltanisetta), laghi di Mantova e polo chimico, laguna di Grado e Marano (Udine/Gorizia), litorale Domizio Flegreo (Caserta/Napoli), Livorno, Manfredonia (Foggia), Massa Carrara, Milazzo (Messina), Orbetello (Grosseto), Pieve Vergonte (Verbano Cusio Ossola), Pioltello Rodano (Milano), Piombino (Livorno), Pitelli (La Spezia), Priolo (Siracusa), Sassuolo – Scandiano (Modena/Reggio Emilia), Serravalle Scrivia (Alessandria), Sesto San Giovanni (Milano), Sulcis-Iglesiente-Guspinese (Carbonia Iglesias/Cagliari/Medio Campidano), Taranto, Terni, Tito (Potenza), Trento Nord, Trieste, Venezia Porto Marghera.

Fonte: ilsussidiario.net