Venerdì 2 Aprile, ore 20: “L’uccello di fuoco”, “La sagra di primavera”, “Le nozze”

Per la prima volta al Cinema Odeon vi proponiamo il grande balletto internazionale. Vanno in scena “L’uccello di fuoco”, “La sagra di primavera” e “Le nozze” di I. Strawinsky dal Teatro Mariinsky di San Pietroburgo.

L’uccello di fuoco (francese: L’Oiseau de feu; russo: ???-?????, Žar-ptica) è un balletto un atto e due scene rappresentato per la prima volta il 25 giugno 1910 all’Opéra di Parigi. Fu uno dei cavalli di battaglia dei Balletti Russi di Daghilev.

La musica è di Igor Stravinskij, la coreografia di Mikhail Fokine, le scene di Alexandre Golovine, i costumi di Leon Bakst e la direzione di Gabriel Pierné.

La partitura doveva essere scritta, in un primo tempo, da Liadov, ma egli desistette lasciando il posto a Stravinsky. In un primo tempo fu scritta a San Pietroburgo la partitura per pianoforte e in seguito venne orchestrata dal compositore nell’aprile del 1910. L’opera è dedicata a Nikolaj Andreevi? Rimskij-Korsakov.

È il primo grande balletto del musicista russo, seguito di lì a poco da Petrushka nel 1911 e da La sagra della primavera nel 1913, anche questi balletti commissionati da Diaghilev.

La trama

La trama, ispirata a una fiaba russa, vede lo scontro tra due elementi antitetici: un orco immortale di nome Kascej, in grado di pietrificare gli esseri umani (simbolo del male); e un uccello di fuoco col potere di sfatare gli incantesimi dell’orco. Gli unici personaggi umani risultano lo zarevic Ivan e la principessa prigioniera dell’orco. Ivan, grazie ad una piuma magica donatagli dall’Uccello di fuoco, riuscirà a liberare le principesse costringendo Kascej a danzare fino allo sfinimento.

La musica

Ne L’Uccello di fuoco troviamo clarinetti e contrabbassi che intonano in sordina un tema cupo, poi le terzine veloci degli archi e i legni che preannunciano la comparsa dell’uccello di fuoco. A detta dell’autore, la danza della creatura benefica sarebbe il pezzo più riuscito dell’opera, quando cioè il corteo delle principesse viene reso con lenta maestà dagli archi.

Il tema della principessa è mesto (clarinetti, flauti e violino a solo o in gruppo). Un crescendo di fagotti e tromboni annuncia la venuta di Kascej, mentre la “danza infernale dei sudditi di Kascej” rappresenta le tenebre attraverso un’orchestra d’archi in flautando coadiuvata da rulli di grancassa, archi, legni e tremolo di timpani.

La sagra della primavera (titolo originale Le Sacre du printemps) è un balletto rappresentato per la prima volta a Parigi il 29 maggio 1913 al Theatre des Champs-Elysées dai Balletti russi di Djaghilev, su musica di Igor Stravinskij e per la coreografia di Va?lav Nižinskij.

In realtà l’ormai storicizzata traduzione di “sacre” con “sagra” non è corretta, perché il significato del termine francese è “rituale”: la traduzione giusta sarebbe dunque “Il rituale della primavera”.

Storia del balletto

La sua prima rappresentazione diede luogo ad una rissa e generò pareri contrastanti tra il pubblico. L’opera presenta ritmi ossessivi e prevede insoliti utilizzi dei diversi strumenti con lo scopo di creare tensione e stridenti effetti timbrici (per es. l’utilizzo del fagotto nel registro acuto – si può ricordare il celebre solo iniziale – o del flauto nel registro grave, e l’uso frequente degli armonici). Contiene inoltre frequenti esempi di poliritmia ed alcuni esempi di bitonalità.

Soggetto

Il balletto inscena un rito sacrificale pagano nella Russia antica all’inizio della primavera, nel quale una adolescente veniva scelta per ballare fino alla morte con lo scopo di propiziarsi la benevolenza degli dei in vista della nuova stagione.

Forse il più grande fiasco di tutti i tempi alla sua prima rappresentazione, avvenuta a Parigi al Theatre des Champs-Elysées il 29 maggio 1913, con i Balletti Russi di Djaghilev su coreografia di Nijinskij, cui Stravinskij imputò la causa dell’insuccesso. In realtà sia il balletto che la musica erano qualcosa di radicalmente nuovo: gli spettatori della prima rappresentazione semplicemente non riuscivano a sopportare né i suoni né i movimenti dei ballerini (questi ultimi decisamente inusuali) relativi a riti pagani, passioni brutali e sacrifici umani, provocando una vera e propria rivolta.

La Sagra venne però accolta dall’avanguardia musicale come un avvenimento fondamentale per la storia della musica così come poi si sarebbe rivelato: la prima parte del balletto si apre con la famosa melodia del fagotto al registro acuto, quasi per dire addio all’era della musica piacevole e rilassante. La musica moderna è nata lì.

L’aperto richiamo alla Russia è comunque decisivo per chi volesse meglio comprendere il carattere del lavoro: risalendo oltre la civiltà dell’uomo moderno, distruggendo l’ordine delle forme tradizionali, Stravinskij intese ricreare un mondo barbarico e primitivo, in un clima rituale pagano che sfocia in una ridda demoniaca.

Naturalmente, la forza esplosiva della Sagra è stata assimilata nelle attuali forme musicali ed il suo ascolto è ora molto più facile e gradevole, tant’è che solo 30 anni dopo (1940) fu inserito nel cartone animato disneyano Fantasia per illustrare l’evoluzione degli esseri viventi quando la Terra aveva circa un miliardo di anni, dall’esplosione dei vulcani alle lotte dei dinosauri.