UNA GENERAZIONE SCOMPARSA mercoledi 6 dicembre

UNA GENERAZIONE SCOMPARSA

I mondiali in Argentina del 1978

MERCOLEDI 6 DICEMBRE ore 8,30 proiezione matinèe

Un film di Daniele Biacchessi e Giulio Peranzoni tratto dal libro omonimo di Daniele Biacchessi.

In PRIMA VISIONE a VIgevano, a sostegno delle attività del CinemaTeatro Odeon

LINE UP
Daniele Biacchessi (voce narrante) – Regia Giulio Peranzoni – Regia e illustrazione Ldp Daniele Biacchessi – Soggetto e sceneggiatura Matteo Lasi – editing e montaggio Gaetano Liguori – musiche composte e realizzate per il film Massimo Priviero – brano Villa Regina

TRAMA FILM
25 giugno 1978. Estadio Monumental di Buenos Aires. Argentina-Olanda, finale dei mondiali di calcio in Argentina. In tribuna d’onore dominano sovrani il dittatore argentino Jorge Videla e tutti i membri della giunta militare, al potere dalla notte del 24 marzo 1976. Accanto a loro, quasi nascosto dai riflettori dello stadio, c’è un signore italiano ancora sconosciuto: Licio Gelli, il Venerabile della loggia massonica P2, Propaganda 2. La gara è fin da subito caratterizzata dall’estremo agonismo, dal gioco frammentario e a tratti violento, dall’acceso tifo del pubblico argentino che prima della gara lancia migliaia di papelitos, i coriandoli bianchi che cospargono i bordi del campo e in parte anche l’area delle porte. L’arbitro è l’italiano Sergio Gonella. Il tempo regolamentare finisce 1-1. I supplementari sono forse peggiori dei primi novanta minuti. Gli olandesi, rimaneggiati per l’assenza del loro miglior calciatore Johan Cruijff, contestano l’atteggiamento permissivo di Gonella nei confronti del gioco duro e delle provocazioni degli argentini. La decisiva doppietta di Mario Kempes sancisce l’affermazione dell’Argentina. Al termine della partita, gli olandesi non partecipano alla cerimonia di premiazione, in segno di protesta.
La prestigiosa coppa passa dalle mani di Passarella a quelle insanguinate del generale Videla. E la festa esplode in tutto il paese.
A soli trecento metri dallo stadio, in Avenida del Libertador 8151, anche gli aguzzini dell’Escuela de Mecanica de la Armada, l’ESMA, uno dei centri di tortura del regime, esultano e abbracciano le loro vittime agonizzanti. Per una sera almeno, dai cieli dell’Argentina, cadono solo coriandoli e festoni, e non corpi di donne e uomini lanciati dagli aerei verso le acque nere dell’oceano. Il giorno dopo riprenderanno puntuali i voli della morte. Tutto tornerà normale, nell’anormalità dell’Argentina degli orrori.