UNA DONNA FANTASTICA giovedi 22 e venerdi 23 febbraio

UNA DONNA FANTASTICA

giovedi 22 febbraio ore 16,00 e 21,15

venerdi 23 febbraio ore 21,15

Durata: 104’. Regia: Sebastian Lelio. Anno: 2017. Origine: Cile, USA, Germania, Spagna. Genere: Drammatico. Sceneggiatura: Sebastián Lelio, Gonzalo Maza. Fotografia: Benjamín Echazarreta. Musiche: Matthew Herbert. Attori: Daniela Vega (Marina), Francisco Reyes (Orlando), Aline
Küppenheim (Sonia), Luis Gnecco (Gabo).

TRAMA: Marina e Orlando sono innamorati e pianificano di passare le loro vite insieme. Lei lavora come cameriera e adora cantare. Il suo compagno, di 20 anni più grande, ha lasciato la sua famiglia per lei. Una sera però succede l’imprevedibile, Orlando diventa improvvisamente pallido e muore. Gli eventi si susseguono veloci: Marina si trova di fronte alle domande sgradevoli da parte di un’ispettrice di polizia, mente la famiglia di Orlando le mostra solo rabbia e sfiducia, la esclude dal funerale e le ordina di lasciare l’appartamento, che apparteneva ad Orlando. Marina è una donna transessuale e la famiglia del defunto si sente minacciata dalla sua identità. Ma Marina è forte, e con la stessa energia che ha utilizzato per il
diritto a essere donna decide di combattere, a testa alta, per il diritto di vivere il proprio lutto.

NOTE
-ORSO D’ARGENTO PER LA MIGLIOR SCENEGGIATURA, MENZIONE SPECIALE DELLA GIURIA
ECUMENICA (CONCORSO), TEDDY AWARD COME MIGLIOR FILM AL 67. FESTIVAL DI BERLINO (2017).
-CANDIDATO AL GOLDEN GLOBE 2018 COME MIGLIOR FILM IN LINGUA STRANIERA.

CRITICA “Il film avanza su due binari paralleli: da una parte le reazioni che l’identità sessuale di Marina scatena e dall’altra la volontà di difendere il diritto della protagonista. Un modo, questo, per sottolineare il razzismo e il disprezzo che la buona borghesia riserva a chi non rientra nelle categorie mentali dei benpensanti, ma anche per non fermarsi al solo discorso moralistico sull’accettazione di chi è considerato «diverso» e spingere invece lo spettatore a identificarsi con Marina e a farsi carico della sua sensibilità.’’ (Paolo Mereghetti, ‘Corriere della Sera’, 19 ottobre 2017)