AGNUS DEI giovedi 26 ottobre ore 16,00 e 21,15

AGNUS DEI giovedi 26 ottobre ore 16,00 e 21,15

TRAMA: Polonia, dicembre 1945. Mathilde Beaulieu, giovane collaboratrice della Croce Rossa
responsabile dei sopravvissuti francesi prima del loro rimpatrio, viene chiamata a prestare soccorso a una suora polacca. Riluttante sulle prime, Mathilde infine accetta di seguirla nel convento di suore benedettine in cui, lontano dal mondo che le circonda, vivono una trentina di religiose. Qui, Mathilde scoprirà che molte di loro sono state sottoposte a violenze carnali da parte di soldati sovietici e che sono in procinto di partorire. A poco a poco, l’atea e razionalista Mathilde svilupperà una complessa relazione con queste suore saldamente fedeli alle regole della loro vocazione…

SCHEDA:Durata: 110’. FRANCIA, POLONIA 2016. Genere: Drammatico. Regia: Anne Fontaine.
Attori: Lou de Laâge – Mathilde, Agata Buzek – Suor Maria, Agata Kulesza – Madre Superiora, Vincent Macaigne – Samuel, Joanna Kulig – Irena. Sceneggiatura: Sabrina B. Karine, Alice Vial,
Anne Fontaine. Fotografia: Caroline Champetier. Musiche: Grégoire Hetzel.

CRITICA: “(…) è un film intenso e vigoroso che Anne Fontaine ha girato avendo intercettato la vera storia di Madeleine Paulia – conservata in alcuni appunti -, medico ufficiale delle Forze interne francesi nominata nell’aprile del 1945 primario all’ospedale francese di Varsavia e
in forza alla Croce Rossa, con duecento missioni svolte in territorio polacco. In queste circostanze ebbe modo di scoprire l’orrore degli stupri perpetrati dai russi, che
non avevano risparmiato di abusare per giorni anche di quelle monache, lasciandone sette incinte. (…) La regista, con squisita sensibilità femminile e assoluto rispetto
per un tema così forte e doloroso – sono perfetti, talvolta strazianti, i dialoghi, e delicatissimi, sofferenti i volti delle consacrate – si mette a lato di Mathilde, conservandone lo stupore e l’angoscia (…). E senza tesi dimostrative: lo spettatore attento non può che entrare
in sintonia profonda con quei volti di donne – sono tutte eccezionali le attrici – e con le domande, alcune senza risposta, che le monache e il medico si pongono. Passando dall’oscurità alla luce (…).”
(Luca Pellegrini, ‘Avvenire’, 10 aprile 2016)