UNITRE Vigevano Conversazione sulla Costituzione italiana

ANNO SCOLASTICO 2015/2016
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– LE ORIGINI STORICHE
– I DIRITTI E I DOVERI DEI CITTADINI

Il compito di queste conversazioni non è certamente quello di trattare della Costituzione italiana da un punto di vista tecnico-giuridico o di fare, come si dice, l’esegesi della varie norme.
Questo è un compito complesso, per specialisti o giuristi o per gli studenti della facoltà di giurisprudenza. Il nostro scopo è diverso, più semplice, forse, ma altrettanto importante: quello di cercare di capire meglio il senso dei 139 articoli che la compongono, da un punto di vista, storico, sociale e della ispirazione che la pervade e percorre. In altri termini lo scopo è quello di metterci in grado di comprendere il valore e la portata di questo fondamentale patto tra gli italiani attraverso il quale essi si sono dati diritti e doveri.
La Costituzione repubblicana, infatti, è soprattutto questo: la cornice che il popolo italiano ha voluto come base del proprio vivere civile e democratico.
In primo luogo svolgeremo queste nostre riflessioni sulla Costituzione cercando di collocarla nel contesto storico in cui è maturata, in seguito agli eventi e alle drammatiche vicende che travolsero il nostro Paese e l’intera Europa. Se non si comprende dunque il contesto, ci sfuggono anche molte delle ragioni che stanno alla base dei principi fondamentali della Costituzione stessa.
Ci occuperemo poi della prima parte della stessa, che porta il titolo
“DIRITTI E DOVERI DEI CITTADINI”.
La seconda parte invece porta il titolo “Ordinamento della Repubblica” e concerne il metodo di formazione delle leggi, Il Presidente della Repubblica, Il Governo, la Magistratura, Le Regioni, le Province, i Comuni, la Corte Costituzionale, ecc.
Di questa seconda parte non ci occuperemo, non perché non sia importante, ma perché essa è, per sua natura, maggiormente soggetta all’usura del tempo ed ai cambiamenti avvenuti nella società e nelle sue forme di organizzazione dall’anno di entrata in vigore della Costituzione (1948) ad oggi.
Non a caso,infatti, proprio di questi tempi si parla e si discute di portare dei cambiamenti al bicameralismo nella approvazione delle leggi con la trasformazione dei compiti del Senato, della abolizione delle Province, ecc.
Tutto questo sarà oggetto di altre occasioni di valutazione e riflessione, proprio alla luce delle modificazioni in atto anche per svilupparne più approfonditamente l’impatto sull’intero nostro sistema di funzionamento democratico ed enuclearne le eventuali criticità.
Si dice spesso che la nostra Costituzione è nata dalla Resistenza. E’ senz’altro vero. Cerchiamo di capirne il perché.
Piero CALAMANDREI, capogruppo alla Assemblea Costituente per il Partito d’Azione, uno dei più importanti “ padri costituenti”ed insigne giurista lo spiegò in modo mirabile in un famoso discorso sulla Costituzione tenuto ai giovani di Milano presso la società Umanitaria il 26 gennaio 1955 . Egli tra l’altro disse:” Questo è un testamento, un testamento di centomila morti. Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate sulle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, perché lì è nata la nostra Costituzione.”
Il nostro Paese finisce almeno dal 1922 sotto il giogo della dittatura fascista. Mussolini viene nominato dal Re capo del Governo e gradatamente costruisce una vera e propria dittatura con privazione delle libertà fondamentali dei cittadini: niente più libertà di libera manifestazione del pensiero, nessuna libertà di stampa, di organizzazione politica e sindacale, niente libertà di sciopero per i lavoratori. Il dissenso non solo non è consentito in alcuna forma, ma viene represso con la incarcerazione dei dissidenti medesimi, la istituzione di un Tribunale speciale, il confino. Molti antifascisti, per evitare le conseguenze del carcere o dell’isolamento, devono riparare all’estero, ma nonostante ciò anche lì, in Francia per esempio, vengono individuati dalla polizia segreta fascista e soppressi fisicamente: per tutti ricordiamo i fratelli Rosselli. Ma il delitto politico fece altre vittime in quel tragico periodo della vita italiana: subirono la violenza fascista e la morte Giacomo MATTEOTTI, socialista, il liberale Giovanni AMENDOLA e come dimenticare Antonio GRAMSCI, capo dei comunisti italiani, lasciato morire nelle carceri fasciste.
Senza l’adesione al Partito fascista non si poteva insegnare nelle scuole del Regno o ottenere impieghi pubblici. Ma c’è di più e, se fosse possibile ancor più grave, perché a partire dal 1938 il fascismo approvò leggi razziali antiebraiche e per la difesa di una inesistente razza ariana che costituirono un insieme di provvedimenti legislativi discriminatori nei confronti degli ebrei italiani. Essi furono prima discriminati in ogni forma possibile con il divieto di insegnamento per i docenti di origine ebraica, di frequentazione delle scuole pubbliche per i ragazzi ebrei per finire persino alla loro deportazione in Germania perché finissero in campi di sterminio. Questa fu purtroppo l’Italia ai tempi della dittatura fascista.
La Carta Costituzionale nasce dunque in questo contesto storico. Al termine di un conflitto mondiale voluto dal fascismo,ma non dal popolo, che lasciò morti, distruzioni e povertà. Molti giovani, uomini e donne, delle città e delle campagne italiane, si ribellarono infine a questo tragico destino e soprattutto alla occupazione dell’’Italia da parte delle truppe tedesche, si rifugiarono sulle montagne, imbracciarono le armi e lottarono, anche a costo della loro vita,per liberare la loro patria, scacciare l’occupante straniero e finalmente riscattate la dignità di tutti gli italiani.  Molti di loro per questo morirono o furono fucilati. Il loro sacrificio tuttavia permise, anche con l’aiuto delle potenze alleate delle democrazie occidentali, all’Italia di sedersi trai vincitori del conflitto o, meglio, di non dover subire le umiliazioni inflitte agli sconfitte. Il primo problema che si pose ,alla fine del conflitto, fu quello di scegliere tra monarchia e repubblica. Infatti il re e la monarchia sabauda si erano resi responsabili di debolezza verso il fascismo ed avevano in sostanza coperto senza reagire alla imposizione della dittatura mussoliniana ed alla perdita delle libertà fondamentali degli italiani. Si decise pertanto di sottoporre a referendum popolare la decisione se preferire la repubblica o mantenere la monarchia. Tale referendum, detto istituzionale, si svolse il 2 e 3 giugno 1946. Votarono tutti gli italiani maggiorenni. Fu un evento storico: per la prima volta in Italia furono ammesse al voto finalmente anche le donne!
Vinse la Repubblica con il 54,37% dei voti, alla monarchia il 45,7. In seguito a tale risultato il re Umberto II di Savoia dovette lasciare l’Italia per l’esilio a Cascais in Portogallo. La forma repubblicana dello stato italiano diventa così definitivamente scolpita per sempre nella nostra storia nazionale: infatti l’art 139 della Costituzione stabilisce che “La forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale”. Alcune norme transitoria della Costituzione stessa stabiliranno anche la espropriazione dei beni dei Savoia, l’abolizione dei titoli nobiliari, il divieto per gli eredi maschi dell’ingresso ed del soggiorno nel territorio italiano.
La legge costituzionale n.1 del 2002 abrogherà infine tale divieto consentendo il loro eventuale rientro in Italia, avendo gli stessi giurato fedeltà alla costituzione repubblicana. Lo stesso 2 giugno 1946 si tengono anche le elezioni a suffragio universale per la elezione dei componenti di una assemblea detta costituente con il compito di redigere la nuova Costituzione italiana. Il 1 gennaio 1948 la nuova Carta Costituzionale entra in vigore con la firma del Presidente della assemblea costituente on. Umberto TERRACINI, ebreo comunista ed avvocato e del 1° Presidente della Repubblica, nel frattempo eletto dalla stessa assemblea costituente on. avv. Enrico DE NICOLA. Iniziano così il camminino e la storia della nuova Repubblica Italiana, nata dalla Resistenza.
Avv. Carlo SANTAGOSTINO