Le Parole di LUIGI CIOTTI sulla PRESENZA di SALVATORE RIINA a “PORTA A PORTA”

Come associazione che aderisce a Libera dal 2001, ci teniamo a riportare le parole che Don Luigi Ciotti ha detto, sullo squallido episodio, che ci duole dirlo, tipicamente italiano, avvenuto ieri sera alla trasmissione “Porta a Porta”, ovvero l’intervista a Salvatore Riina. Non solo un fatto vergognoso, ma una vera e propria pugnalata alla memoria delle vittime di mafie e al dolore dei famigliari.

Un intervista che poco ha con la “libera informazione”, ma se mai con la coscienza di chi non si assume responsabilità delle proprie azioni.
Azioni che hanno delle conseguenze!

Editori che pubblicano elogi del capo boss eroe per il proprio figlio, mittenti televisive che mandano in onda squallidi programmi dove ancora una volta, agli occhi del mondo l’ITALIA=MAFIA, il commercialista di un “clan” che al processo e alla confisca dei beni “ah ma io non ne sapevo nulla”, un prete che nonostante la scomunica per tutti mafiosi indetta a gran voce da papà Francesco si ostina a far fare l’inchino alla madonna, di fronte alla casa del boss durante la processione.
Dov’è la coscienza??? Dov’è la responsabilità???
Chi crede di essere in pace in quanto non c’entra con la morte diretta di quegli uomini, donne e bambini, bé si sbaglia perché con la loro omertà, indifferenza e silenzio è come ucciderli una seconda volta.
Memoria è Impegno perché non esiste l’uno senza l’altro.

NOTA LUIGI CIOTTI SU PRESENZA SALVATORE RIINA A “PORTA A PORTA”

«Libera è da sempre accanto ai famigliari delle vittime delle mafie. Con loro è impegnata in tanti progetti. Con loro, e per loro, organizza il 21 marzo, la “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”. Ne ha conosciuto il dolore, la forza, la dignità, la tenacia nel richiedere verità e giustizia – assenti nel 70% dei casi – l’impegno nelle associazioni, nelle carceri minorili, nelle scuole per contrastare le radici della mentalità mafiosa.
Meglio di altri comprende allora il loro sdegno e la loro incredulità di fronte alla scelta di una nota trasmissione di dare spazio questa sera al figlio di Totò Riina.
C’è chi parla di diritto di cronaca. Ma il libro scritto da Giuseppe Salvatore Riina – a quanto si evince da un’intervista oggi pubblicata – non aiuta a dissipare le ombre che ancora avvolgono le stragi di mafia e la rete di complicità, omissioni e silenzi che le ha favorite.
È un racconto di vita famigliare, a tratti idilliaca, dove la figura del padre, descritta in termini affettuosi quali Giuseppe Salvatore Riina ha tutto il diritto di usare, oscura quella del boss che ha mandato a morte tante persone e distrutto altrettante famiglie.
Cosa c’entri questo col diritto d’informazione non è dato di capire.
E se si può comprendere che un editore, allo scopo di profitto, non si faccia scrupoli a pubblicare testi di questo genere, altro conto è quello di uno spazio come quello televisivo – a maggior ragione se alimentato in quanto pubblico da un canone – che dovrebbe fornire un’informazione che aiuti la crescita culturale del paese, che non offenda la sensibilità degli italiani onesti e soprattutto la dignità e il dolore delle famiglie di persone che per il bene comune hanno sacrificato la vita».

Luigi Ciotti.
http://www.libera.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/12531