L’ALTRO VOLTO DELLA SPERANZA giovedi 14 e venerdi 15 dicembre

L’ALTRO VOLTO DELLA SPERANZA

giovedi 14 dicembre ore 16,00 e 21,15

venerdi 15 dicembre ore 21,15

Durata: 98’. GERMANIA, FINLANDIA 2017. Genere: Commedia. Regia: Aki Kaurismäki.
Attori: Sherwan Haji – Khaled, Sakari Kuosmanen – Wikström, Ilkka Koivula – Calamnius, Janne
Hyytiäinen – Nyrhinen, Nuppu Koivu – Mirja. Sceneggiatura: Aki Kaurismäki.

TRAMA: Khaled è un rifugiato siriano che, giunto a Helsinki dopo un viaggio clandestino a bordo di una nave da carico, chiede asilo senza grandi speranze di successo. Wikström è un rappresentante di camicie che decide di tentare la fortuna al tavolo da gioco e, avendo vinto, molla il suo lavoro per aprire un ristorante. I destini di questi due uomini si incrociano dopo che le autorità rifiutano la richiesta di asilo di Khaled. Quest’ultimo, infatti, decide di rimanere nel paese illegalmente, vivendo per strada, ed è in un cortile buio dietro al suo ristorante che Wikström lo incontra. Dopo avergli offerto un letto e un lavoro, Wikström e Khaled, insieme alla cameriera del locale, allo chef, al direttore di sala e a un cane vivranno una serena utopia e insieme, forse, riusciranno a trovare ciò che cercano.

NOTE
– ORSO D’ARGENTO PER LA MIGLIOR REGIA AL 67. FESTIVAL DI BERLINO (2017).

CRITICA: “Quando sembra che non ci si possa più proteggere dallo spettacolo degli orrori del mondo, quando le immagini di violenza, sopraffazione, dolore ci sovrastano attraverso media e social network, quando proteste e denunce hanno la stessa potenza di armi scariche, allora è il momento di vedere un film di Aki Kaurismäki. Non perché il regista finlandese scelga un cinema di puro intrattenimento, al contrario. Kaurismäki non ha mai smesso di dialogare con il mondo esterno, ma ha scelto di raccontare ingiustizie e misfatti a modo suo, con leggerezza e poesia, senza accuse, polemiche, rabbia e facili giudizi, sempre attento a una umanità fragile, ma capace di mettersi all’ascolto dell’altro, di comprendere, di accettare e amare.”
(Alessandra De Luca, ‘Avvenire’, 15 febbraio 2017)